lunedì 30 marzo 2015

Grande successo per la conferenza: "VALDICHIANA TRA OPPOSIZIONE E AMMINISTRAZIONE"

Siamo assolutamente soddisfatti dell’iniziativa, a cui hanno partecipato circa venticinque cittadini. Sono stati trattati numerosi temi che hanno coinvolto molto il pubblico tanto che siamo stati costretti a sforare l’orario previsto per la chiusura dei lavori. Nella prima parte, dopo la presentazione fatta da Gianfranco Maccarone, abbiamo ascoltato l’esperienza dei nostri ospiti a circa un anno dalla loro elezione, ognuno con il proprio punto di vista come Daniele Chiezzi e Lorenzo Vestri che hanno optato per una “tattica” di fermezza su alcune tematiche e dialogo su temi più condivisimi, oppure chi come Angelina Rappuoli ha preferito calarsi pienamente nel ruolo di opposizione dura e pura. Chiaramente il discorso è ben diverso per quanto riguarda Davide Meniconi, consigliere comunale di Chianciano Terme, che trovandosi in maggioranza ci ha esposto le difficoltà di prendere per mano un Comune fortemente colpito dalla crisi e dalla cattiva amministrazione degli anni passati. Nella seconda parte della conferenza, moderata da Mattia Savelli, abbiamo avuto modo di confrontare i vari punti di vista su tematiche come sicurezza, immigrazione e opere pubbliche. Sostanzialmente è emerso che in molti paesi della Valdichiana è necessaria una maggior sicurezza a fronte di un alto numero di furti, rapine e atti di vandalismo. I quattro consiglieri sono sostanzialmente concordi nell’intraprendere un percorso comune per arginare tali fenomeni, percorso che dovrà sfociare in una maggior coesione tra i comuni della Valdichiana senese da sempre divisi da campanilismi.
Non potevamo sperare di meglio per questa conferenza: relatori preparati, pubblico numeroso e partecipazione hanno reso la discussione interessante e ricca di spunti per il futuro. I consiglieri comunali hanno espresso la necessità di fare sistema e condividere più frequentemente battaglie e idee, per questo noi abbiamo messo a disposizione la nostra struttura, ormai molto radicata sul territorio. Speriamo che questa bella giornata sia il primo passo per una maggior consapevolezza per tutte le forze che si trovano oggi nelle istituzioni e che non si riconoscono nel centro sinistra.

domenica 29 marzo 2015

Valdichiana tra opposizione e amministrazione:buona la prima!

Ieri grande successo per la conferenza promossa da Casaggì Valdichiana dal titolo: "VALDICHIANA TRA OPPOSIZIONE E AMMINISTRAZIONE". Quattro ospiti molto preparati e una platea numerosa con tanti giovani interessati alle problematiche locali.
NON CI FERMIAMO CERTAMENTE QUI!


mercoledì 25 marzo 2015

VALDICHIANA TRA OPPOSIZIONE E AMMINISTRAZIONE




Casaggì Valdichiana ha il piacere di ospitare quattro consiglieri comunali di alcuni dei Comuni della Valdichiana:
Angelina Rappuoli 
(consigliere comunale - Sinalunga)
Davide Meniconi 
(consigliere comunale - Chianciano Terme)
Daniele Chiezzi 
(consigliere comunale - Montepulciano)
Lorenzo Vestri 
(consigliere comunale - Torrita di Siena)
Ai quali si affiancheranno due dei nostri militanti:
Gianfranco Maccarone (vicepresidente FdI-AN Siena)
Mattia Savelli (Casaggì Valdichiana/FdI-AN)

A circa un anno dalle elezioni comunali vogliamo fare il punto della situzione con chi è stato eletto e per questo verranno toccati numerosi argomenti come: lavoro, agricoltura, turismo, sicurezza, etc..

Vi aspettiamo presso la sede di CASAGGì Valdichiana alle ore 17.30 di sabato 28 marzo in Via del Poggiolo 3 a Montepulciano.
A seguire aperitivo.

domenica 22 marzo 2015

UN AIUTO CONCRETO

Come avevamo promesso una settimana fa ci siamo attivati per consegnare alla coppia italiana di Colle Val d’Elsa, a rischio di sfratto, generi alimentari e di prima necessità: pasta, verdura, carne, latte e prodotti per l’igiene.

Abbiamo conosciuto la coppia venerdì scorso durante la raccolta firme volta a favorire gli italiani nell’assegnazione delle case popolari. I due si avvicinarono al nostro banchino per sottoscrivere la petizione e poi ci hanno reso partecipi della loro storia, non abbiamo avuto esitazione: dovevamo fare qualcosa per i nostri connazionali in difficoltà! Abbiamo così iniziato un passaparola dando vita ad una colletta finalizzata all’acquisto di alcuni generi di prima necessità e alimentari per aiutare la coppia. Tante persone si sono interessate alla vicenda e così oggi siamo stati a Colle Val d’Elsa per consegnare questi prodotti che sono stati accettati molto volentieri dai due coniugi. Certamente non sarà sufficiente né sostitutivo dell’intervento delle istituzioni, ma speriamo di dare comunque un sostegno ed un po’ di serenità a queste persone e soprattutto vogliamo lanciare un messaggio forte alle autorità nella speranza che si attivino quanto prima per sostenerle.

Questa è una fulgida dimostrazione di come la gioventù italiana non sia soltanto fatta di bamboccioni e ragazzini avulsi dalle problematiche sociali,bensì di ragazzi che in un momento di crisi si autotassano pur di aiutare dei connazionali che si ritrovano in una situazione di precarietà.

venerdì 20 marzo 2015

I.M.U. AGRICOLA UNA VERGOGNA TUTTA RENZIANA!



L’agricoltura è da sempre fondamentale per l’Italia!
Un settore con migliaia di piccoli e medi imprenditori che continuano, in mezzo a mille difficoltà, a garantire quantità e qualità. 
Non bastava la crisi e la concorrenza sleale di altri stati adesso è il governo Renzi che uccide i nostri agricoltori.

giovedì 19 marzo 2015

L’amore ai tempi del consumo



tratto da Azione Tradizionale

(aurhelio.it) – Vi sono scrittori la cui grandezza risiede nell’aver descritto con largo anticipo scenari distopici attingendo alle loro peggiori paure sul destino dell’umanità, romanzi forse incomprensibili per i lettori dell’epoca ma che oggi rivelano a pieno tutta la loro portata profetica. In “Brave New World” Aldous Huxley anticipa la fine dell’amore romantico nella società dei consumi e, in generale,la cessazione di ogni legame profondo e sentimento sincero che leghi gli invidui in una società umana. I legami parentali non esistono più (gli individui sono creati in provetta e poi allevati in fabbrica come polli), il sesso è puro eros, svuotato di ogni slancio sentimentale. La vita si svolge in una routine di lavoro leggero e privo di difficoltà, seguito da notti di vita sessuale sfrenata e da frequenti dosi di un potente allucinogeno il soma, in grado di inibire qualunque istinto violento o malinconico e qualunque cattivo pensiero. Chi legga il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, non tarderà a riconoscere nella società paventata dallo scrittore inglese alcuni dei temi che sono oggi oggetto di dibattito, altri realtà consolidate. Dai bambini nati in provetta alla somministrazione indiscriminata di psicofarmaci per alleviare pseudo-malattie mentali (che in ultima istanza non sono che natuali condizioni del sentire umano), alla disgregazione della famiglia tradizionale sotto i colpi della propaganda gender che invoca il “rimescolamento” sessuale con la conseguente destabilizzazione del binomio uomo-donna ( e con esso dell’amore “naturale” con fine la riproduzione). Sebbene nel momento in cui scriveva il suo romanzo distopico la società dei consumi non fosse che agli albori, Huxley aveva intuito chiaramente che per raggiungere un dominio completo della società, il capitalismo avrebbe dovuto sovvertirne valori e strutture, cioè spezzare le pensanti catene che legavano l’uomo al senso del dovere, dell’onore, della rispettabilità, della famiglia.

Oggi l’amore, non solo l’amore romantico, ma l’amore nel suo significato universale è minacciato da più parti a destra quanto a sinistra. Il cambiamento che investe le relazioni di coppia è di fronte ai nostri occhi. Alla quotidianità di un rapporto esperito nella sua completezza, tanto nei momenti di esaltazione e di passione quanto nei momenti di noia (il fatidico pendolo che inevitabilmente tutti gli amanti vedranno oscillare nella propria relazione) si è sostituito il rapporto virtuale, che sottrae l’individuo alla prova immediata, all’esperienza dell’alterità dell’altro. Ma gli attacchi più seri arrivano dal libertinaggio della sinistra, che oggi ha ridotto l’amore a variazioni sul tema dell’eros, a mera pratica di consumo. L’amore è come il fast-food: preconfezionato, insapore, express. “La vita organizzata intorno al consumo è priva di norme: è guidata dalla seduzione, da desideri sempre maggiori e da capricci volubili, non più da una regolamentazione normativa” scrive Bauman in Modernità liquida. Questo equivale ad affermare che qualsiasi cosa si presenti sottoforma di desiderio merita di trovare appagamento nella società dei consumi. Non essendoci quasi più limiti al godimento, né punti di riferimento, né una moralità condivisa, tutto diventa lecito. La società dei consumi sembra suggerire: “Qualunque tu cosa voglia la puoi comprare”. La proposta del sindaco Ignazio Marino di istituire zone “rosse” – moderni ghetti onde esercitare lontano dall’occhio del padre di famiglia l’antico mestiere- ha diviso l’opinione pubblica e ha riportato alla luce la necessità, più volte paventata, di regolamentarne il mercato di fronte all’evidente fallimento della legge Merlin, fallimento questo che deriverebbe dal fatto che le norme più severe non hanno di fatto posto fine al fenomeno: la prostituzione, in barba alle leggi, continua ad esistere ed è business milionario. Naturalmente, se questo fosse stato l’unico intento, potremmo convenire tutti che si è trattato di un fallimento, ma se analizziamo più in profondità le sue implicazioni sociali, allora è lecito considerare la legge Merlin come una legge naturale e del tutto sensata in una società umana che rifiuta lo sfruttamento del corpo femminile a scopi sessuali.

Poiché la società in cui viviamo umana non è ed invero nella sua disumanizzazione ci crogioliamo, siamo talmente abituati alla sessualizzazione del corpo della donna- ridotto a sineddoche- che la proposta di riaprire i bordelli nel nostro Paese non destra alcuno sdegno, anzi raccoglie consensi a destra e a sinistra. In nome del principio libertario del massimo godimento nel rispetto delle leggi, riteniamo la regolamentazione della prostituzione un segno di civiltà, un passo avanti verso una società aperta ai cambiamenti. Cosìè stata calendarizzata in Senato la discussione della legge sulla regolamentazione del mercato della prostituzione che, se approvata, prevederà l’iscrizione alla Camera di Commercio delle prostitute. La prostituzione, che è il mestiere più antico del mondo e sempre è stato esercitato nell’ombra, con vergogna, perchè non accettato socialmente, si fregia del titolo di lavoro, di questo assumendone oneri e onori ed il sesso, oggetto di commercio, privato di ogni sentimento, diviene una prestazione come tante, proprio come l’estrazione di un dente o la riparazione di una suola rovinata.

Gli effetti di una simile legge in un periodo di crisi economica come questa che viviamo, con il più alto tasso di disoccupazione giovanile mai registrato e in cui sono le giovani donne le prime vittime della precarizzazione del lavoro, ve le lascio immaginare ( e non ci sarà bisogno della perspicacia di Aldous Huxley). Come tempo fa si fecero rientrare le attività illecite nel calcolo del PIL adducendo motivazioni economiche tanto false quanto improbabili, così la regolamentazione della prostituzione oggi mira a contrastare il degrado che affligge molti quartieri italiani e che si risolve in file di donne seminude ai margini della strada. Perchè gli Italiani vogliono andarci, ma non vogliono averle sotto casa.
E così l’ultimo paletto all’ indecenza viene levato via, adducendo la motivazione del profitto e il denaro è giustificazione inoppugnabile di questi tempi. In nome del Dio denaro stiamo perdendo la nostra umanità e ciò, in fin dei conti, non ci avrà reso più ricchi.

lunedì 9 marzo 2015

CINEFORUM NON CONFORME:IL CAPITALE UMANO



Domenica 8 marzo 2015 è stato proiettato a Casaggì Valdichiana il film di Virzì: "Il capitale umano".
Uno spaccato dell'Italia di oggi in cui si trovano ricchi sempre più ricchi attaccati saldamente al dio denaro, unica loro ragione di vita per la quale non si fanno scrupoli a speculare affossando, di fatto, la Nazione. Vi sono poi i poveri che sono sempre più disagiati ed in mezzo un ceto medio preso per il collo,che invece di reagire si lascia andare a servilismi inutili e ad azioni prive di onore.
Abbiamo scelto il dialogo dell'ultima scena del film, il quale racchiude perfettamente due figure estremamente attuali: il radical chic presuntuoso sempre pronto a bacchettare,ma che in realtà è colpevole tanto quanto l'avido arrivista(seconda figura).

Lei: «Avete scommesso sulla rovina di questo Paese e avete vinto voi». 
Lui: «No. Abbiamo vinto noi».

Immigrazione, disoccupazione, cattiva amministrazione! Unioni civili del PD la prima preoccupazione?



Nella notte tra domenica 8 marzo e lunedì abbiamo affisso uno striscione (con scritto:"Immigrazione, disoccupazione, cattiva amministrazione! Unioni civili del PD la prima preoccupazione?") contro l'agenda politica dell'Amministrazione Comunale di Torrita di Siena.
Dopo le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Grazi, relative alla volontà dell’amministrazione di istituire un registro per le unioni civili, ci chiediamo se il primo cittadino non stia dimenticando quali siano le reali necessità della cittadinanza. Abbiamo così sentito il bisogno di esprimere il nostro dissenso riguardo le priorità di questa Amministrazione e ci chiediamo: è davvero necessario perder tempo su di una tematica come questa? Eppure è cosa nota che il Ministero degli Interni abbia già bloccato tali trascrizioni perché non conformi al quadro normativo vigente! Ci chiediamo quindi se non sia più opportuno preoccuparsi delle problematiche delle famiglie, adottando provvedimenti in favore della maternità e dell’aiuto a nuclei familiari a basso reddito. È quanto mai evidente che l’Amministrazione Comunale, targata PD, sia lontana dai reali problemi e bisogni della cittadinanza come: la disoccupazione giovanile, la difficoltà di molte famiglie ad arrivare a fine mese, una viabilità abbandonata a se stessa ormai da troppo tempo e servizi sempre più carenti nonostante le imposte comunali siano sempre più alte . Ancora una volta ci vediamo costretti a segnalare l’incapacità di una classe dirigente troppo impegnata ad autocelebrarsi, piuttosto che essere attenta alle vere necessità dei torritesi, i quali attendono un cambiamento vero nella gestione della cosa pubblica. Ci auguriamo che la giunta Grazi cambi le priorità della sua agenda politica, puntando a risolvere i problemi reali del territorio e non a farsi pubblicità in pieno stile renziano.

mercoledì 4 marzo 2015

CESARE, E' FINITA LA VACANZA! TI ASPETTIAMO!



La Corte Federale ha annullato lo status di "rifugiato politico" al terrorista italiano Cesare Battisti, da tempo rifugiato in Brasile. Appartenente al gruppo terroristico "Proletari Armati" è stato condannato in Italia all'ergastolo per aver commesso quattro omicidi durante gli anni di piombo. 
Da tempo l'Italia ne chiedeva l'estradizione, con scarso successo, adesso speriamo di potrer vedere questo assassino dietro le sbarre!

lunedì 2 marzo 2015

Il trionfo di Usura

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di Benedetta Scotti (L'Intellettuale Dissidente)

I mercati finanziari hanno liquefatto la finanza. Non solo nel senso che l’hanno più volte esposta ad una fatale implosione, con montagne di denaro virtuale scioltesi come neve al sole, ma anche nel senso che ne hanno distrutto l’essenza primaria. Se la finanza, in principio, non è altro che una rete di relazioni di fiducia, è abbastanza evidente come l’attuale sistema finanziario non conosca né il concetto di relazione né il concetto di fiducia, soppiantate dalla speculazione a brevissimo termine. Non a caso, la qualità di un titolo finanziario si valuta in base alla sua liquidità, ovvero la rapidità con la quale può essere comprato e venduto sul mercato. Non sorprende, allora, che la questione del debito, patto d’onore tra due controparti, si riduca ad algidi numeri, misure del rischio, valutazioni di collaterali. È importante, e non più scontato, sottolineare due: da una parte il debitore che si impegna a non tradire la fiducia accordata, dall’altra il creditore che si impegna a mettere il debitore nelle condizioni di ripagare o, come si sarebbe detto un tempo, a non comportarsi da usuraio. Ma come si definiscono i termini di un comportamento usurario?

È opinione comune che l’usura si riferisca alla richiesta di un interesse alto, superiore ad una determinata soglia, generalmente stabilita giuridicamente. Non la pensavano così due autori anglofoni del secolo scorso, Hilaire Belloc e Ezra Pound, che, sulla scorta del pensiero aristotelico e tomistico, denunciavano l’illogicità dell’assioma su cui si fonda il moderno sistema finanziario: l’idea che il denaro possa (e debba) necessariamente generare altro denaro, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa. I due, conosciutisi nell’Inghilterra degli anni Dieci, pur rimanendo distanti su diverse questioni, scrissero pagine affini sulla funzione della moneta e del credito nel sistema capitalistico. Belloc definisce l’usura non come un alto tasso d’interesse, bensì come un qualsiasi interesse caricato su un prestito improduttivo, ossia incapace di generare nuova ricchezza, o come il profitto derivante dalla mercificazione della moneta stessa. Il denaro dovrebbe infatti funzionare come mezzo circolante atto a facilitare gli scambi multipli e non come fonte di guadagno per il semplice fatto di essere denaro. Secondo Belloc l’interesse diviene, però, legittimo se realizzato come compartecipazione al profitto generato dal credito iniziale mentre diviene usurario se richiesto nononostante tale profitto non si materializzi. Ne consegue che può essere perfettamente legittimo richiedere il 50% della ricchezza generata per mezzo di un prestito produttivo mentre non lo è richiedere un interesse, per quanto basso, sul credito al consumo che erode semplicemente le risorse del debitore senza creare nuova ricchezza. In termini analoghi si esprimeva Pound che definiva l’usura alla stregua di “una tassa prelevata sul potere d’acquisto senza riguardo alla produttività”. In “Lavoro e Usura” così notava: “Un interesse è dovuto, giustamente, da industrie ed impianti che servono ad aumentare la produzione. Ma il mondo ha perso la distinzione fra il produttivo e il corrosivo. Imbecillità imperdonabile perché questa distinzione fu nota nei primi anni della storia conosciuta. Rappresentare un corrosivo come produttivo è falsificare”. Il corrosivo per eccellenza, coma nota Belloc, sono i debiti di guerra, sostenuti non per potenziare un mezzo di produzione ma per impiegare uomini impegnati ad ammazzarne altri, senza alcuna creazione di ricchezza dalla quale possa essere ragionevolmente estratto un interesse. E, allo stesso modo, sono corrosivi tutti quei debiti contratti da popoli in difficoltà, non per produrre ma per sopravvivere, magari per ripagare altri debiti. È il caso attualissimo della Grecia che ha impiegato circa l’80% dei prestiti della Troika per onorare i debiti pubblici e privati nei confronti di investitori stranieri e istituzioni sovranazionali ma che ha visto crollare il suo PIL del 25% dal 2008 ad oggi.

L’usura, così intesa, è il principio fondante dell’odierno sistema finanziario dal momento che il denaro a credito implica assiomaticamente un interesse, quale che sia il suo utilizzo e la sua capacità produttiva. Oltre che perverso (“contra naturam” come lo definisce Pound nel Canto XLV), il meccanismo è paradossale: nell’era economica in cui si celebra la produttività sopra ogni cosa, profitti abnormi vengono da ciò non è produttivo affatto. Si pensi ai guadagni dei fondi speculativi sui titoli di debito dei paesi sudamericani o ai guadagni legati ai subprime (mutui e crediti al consumo) prima del crac. Guadagni incassati sulla pelle delle famiglie e a danno dell’economia reale. A tale proposito, nel Canto XLV, Pound profeticamente scriveva che “con usura nessun uomo ha una solida casa” e “usura arruginisce l’arte e l’artigiano/ tarla la tela nel telaio” e, concludendo, poneva l’usura quale violazione del sacro: “ad Eleusi han portato puttane / carogne crapulano / ospiti d’usura”.