lunedì 13 febbraio 2017

CORTEO IN RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE









Sabato 11 febbraio 2017 il centro di Siena è stato attraversato dal corteo silenzioso per ricordare i Martiri delle Foibe. Un centinaio di persone con tricolori e torce hanno reso omaggio a chi fu infoibato per la sola colpa di essere italiano.
Non sono mancati quattro buffoni che hanno provato senza successo a infangare questa bellissima giornata. Al loro starnazzare ed ai loro cori da anni ’70 va tutta la nostra indifferenza anche perché è stato chiaro fin da subito che i senesi avessero isolato in maniera del tutto autonoma questi soggetti. Gli applausi, i gesti d’approvazione e le persone che si aggregavano lungo il tragitto ne sono stati la dimostrazione.
Per noi è molto più importante porre l’accento sull’ottima riuscita del corteo, segno tangibile che nonostante 70 anni di oscurantismo culturale e politico sulla vicenda delle Foibe, ci sono tantissimi italiani che non vogliono scordare questa pagina nera della nostra Nazione.

sabato 11 febbraio 2017

CASAGGì RICORDA LE VITTIME DELLA BLOODY SUNDAY...


Il 30 gennaio 1972 è passato alla storia come la "Bloody Sunday", punto di non ritorno nella lunga marcia per la libertà e la riunificazione dell'Irlanda. Nella cittadina di Derry, già epicentro dei "troubles", il primo battaglione dei paracadutisti inglesi apre il fuoco su un corteo di migliaia di persone che rivendicano i propri diritti civili: è una strage, con 14 morti, decine di feriti e un popolo atterrito. 

La "Bloody Sunday" rappresenta il simbolo di un'occupazione infame, ma anche la definitiva convinzione - per molti irlandesi repubblicani - che solo la lotta armata nelle file dell'IRA avrebbe portato le autorità britanniche al tavolo delle trattative. 

Per quella strage, decenni dopo, deve essere ancora fatta giustizia. Noi auspichiamo, oggi come allora, un'Irlanda libera, unita e repubblicana. Tiocfaidh ár lá!

Le vittime:

John (Jackie) Duddy (17). Ucciso con un colpo al petto nel parcheggio dei condomini di Rossville. Quattro testimoni affermarono che Duddy era disarmato e stava scappando dal reggimento di paracadutisti quando fu ucciso. Tre di loro videro un soldato prendere attentamente la mira sul ragazzo mentre correva. Era zio del pugile irlandese John Duddy.

Patrick Joseph Doherty (31). Ucciso da un colpo alle spalle mentre tentava furtivamente di mettersi al riparo nella spiazzo antistante i condomini di Rossville. Doherty fu fotografato ripetutamente dal giornalista francese Gilles Peress sia prima che dopo la sua morte. Nonostante la testimonianza del "Soldato F" che fece fuoco sull’uomo, perché a sua detta teneva in mano una pistola e stava sparando, fu constatato che le fotografie ritraevano Doherty disarmato, e i test forensi sulla sua mano per verificare resti di polvere da sparo diedero esito negativo.

Bernard McGuigan (41). Ucciso da un colpo alla nuca quando era andato a soccorrere Patrick Doherty. Aveva sventolato un fazzoletto bianco al soldato per indicare le sue intenzioni pacifiche.

Hugh Pious Gilmour (17). Ricevette un proiettile che colpì il gomito entrando poi nel petto, mentre scappava dal reggimento paracadutisti in Rossville Street. Fu constatato che una fotografia scattata alcuni secondi dopo l’uccisione di Gilmour, lo mostrava disarmato, e i test per i residui di polvere da sparo diedero esito negativo.

Kevin McElhinney (17). Colpito alle spalle mentre tentava di mettersi al riparo all’entrata del condomini Rossville. Due testimoni affermatono che McElhinney era disarmato.

Michael Gerald Kelly (17). Colpito allo stomaco mentre si trovava vicino alla barricata dei Rossville Flats. Fu constatato che Kelly che disarmato.

John Pius Young (17). Colpito alla testa mentre si trovava vicino alla barricata dei condomini. Due testimoni affermarono che era disarmato.

William Noel Nash (19). Colpito al petto vicino alla barricata. Testimoni hanno affermato che Nash era disarmato e stava correndo in soccorso di un altro mentre fu ucciso.

Michael M. McDaid (20). Colpito in faccia mentre si trovava vicino alla barricata mentre si allontanava dai paracadutisti. La traiettoria del proiettile indicava che potrebbe essere stato ucciso dai soldati appostati sulle mura di Derry.

James Joseph Wray (22). Ferito e poi colpito nuovamente da vicino mentre si trovava a terra. Alcuni testimoni, che non furono chiamati dalla commissione d'inchiesta di Widgery, hanno affermato che Wray stava gridando che non riusciva a muovere le gambe, prima di venire colpito la seconda volta.

Gerald Donaghy (17). Colpito allo stomaco mentre tentava di scappare al sicuro verso Glenfada Park e Abbey Park. Donaghy fu portato in una casa vicina dove fu visitato da un medico. Le sue tasche vennero svuotate per poterlo identificare. Una fotografia della polizia fatta più tardi del corpo di Donaghy mostrava bombe a mano nelle sua tasche. Né quelli che cercarono nelle sue tasche nella casa, né il medico ufficiale dell’esercito britannico (Soldato 138) che dichiarò la sua morte dissero di aver trovato bombe nelle sue tasche. Donaghy era membro di Fianna Éireann, un movimento giovanile repubblicano legato all’IRA. Paddy Ward, che depose all’Inchiesta Saville, affermò che aveva dato due bombe a mano a Donaghy alcune ore prima che fosse ucciso.

Gerald (James) McKinney (34). Ucciso appena dopo Gerald Donaghy. Testimoni affermarono che McKinney stava correndo dietro Donaghy, e che si fermò alzando le mani gridando "Don't shoot! Don't shoot!" (Non sparate! Non sparate!), quando vide Donaghy cadere. Gli fu quindi sparato al petto.

William Anthony McKinney (27). Colpito alle spalle mentre cercava di soccorrere Gerald McKinney.

John Johnston (59). Colpito alla gamba e alla spalla sinistra in William Street 15 minuti prima che iniziasse la sparatoria. Johnston non prendeva parte alla marcia, ma stava andando a trovare un amico a Glenfada Park. Morì 4 mesi e mezzo più tardi; la sua morte fu attribuita alle ferite riportate quel giorno. Fu l’unico a non morire immediatamente quel giorno.


venerdì 3 febbraio 2017

CORTEO PER RICORDARE I MARTIRI DELLE FOIBE


Questo è il terzo anno che Casaggì e Gioventù Nazionale insieme a Fratelli d’Italia danno vita al corteo che si snoda per le vie del centro città per ricordare i Martiri delle Foibe. Dopo le numerose adesioni degli scorsi anni vogliamo ritornare a sventolare i tricolori per ricordare i nostri fratelli giuliano dalmati infoibati dalle truppe comuniste del Maresciallo jugoslavo Tito. Una marcia silenziosa senza simboli di alcun genere, soltanto tricolori per ricordare che in quei tragici momenti ad essere assassinati o costretti all’espatrio erano italiani, a prescindere da qualsiasi credo politico. Dopo anni in cui la storiografia e la politica hanno cercato di insabbiare quella vicenda è necessario ricordare per non banalizzare una delle storie più buie del secolo scorso. Per troppi anni sono stati coperti coloro che avevano delle responsabilità, tra cui anche alcuni reparti partigiani italiani operanti nel nord-est Italia, da coloro che avevano un interesse, Partito Comunista su tutti, a far calare il silenzio su questa vicenda. Per questo vogliamo rendere il nostro appuntamento sempre più partecipato e aperto a tutti coloro che vogliono rendere omaggio ai tanti martiri italiani senza nessuna preclusione.