mercoledì 12 ottobre 2016

PRECISAZIONI IN MERITO AL DIVIETO DI MANIFESTARE CONTRO IL BUSINESS DELL'IMMIGRAZIONE



SINALUNGA - Leggiamo sul Corriere di Siena un articolo dove in maniera piuttosto maldestra, il sindaco di Sinalunga e un giornalista compiacente cercano di giustificare il motivo per cui ci è stato negato il sacrosanto diritto di manifestare contro le scellerate politiche di accoglienza del governo e dell'UE.
Ci teniamo a precisare 3 punti non tanto perché vogliamo giustificarci, come potrebbe pensare il giornalista che ha già usato impropriamente questo verbo nella sua intervista, quanto per far notare come ormai risulti normale che un sindaco cerchi di mettere a tacere le opposizioni e la stampa abbia una gestione così disinvolta nel riportare le notizie da scadere nella faziosità, facendo di fatto da stampella a questo genere di politica della censura.

Visto che hanno riportato solo due frasi del nostro comunicato, cercando di dargli un taglio che non rispecchia la realtà, ci teniamo a precisare quanto segue:

1)L'accostamento che il giornalista fa tra la nostra azione e la lotta all'abusivismo è fuorviante oltre che ridicolo.
Manca l'identità dei metodi e dei fini.
Noi non saremmo andati a vendere qualcosa per intascarci i soldi e non pagare le tasse, ma abbiamo chiesto un regolare permesso per svolgere un'azione di natura politica contro l'immigrazione, il primo fattore che peraltro fornisce mano d'opera a basso costo a chi gestisce il racket delle vendite abusive.
Qualsiasi persona di buon senso comprende che tra il diritto di manifestare regolarmente e l'abusivismo dei "vucumprà" (come ha scritto il giornalista) ci passa la stessa differenza che corre tra scrivere un giornale e venderlo.

2) Il sindaco ci ha sì offerto un altro luogo dove manifestare (cosa che era scritta nel nostro comunicato tagliato dal solito giornalista che si diverte a fare taglia-copia-incolla) peccato che questo posto fosse in mezzo al niente,lontano dal passaggio e dalla vista di tutti. Qualsiasi persona normale non va a manifestare nel nulla giusto per poter dire di aver fatto qualcosa e rendersi ridicolo.
Dal momento che siamo persone corrette invece di fare una manifestazione abusiva abbiamo rifiutato, indotti dall'inspiegabile diniego del sindaco; il parere preventivamente espresso dalla questura dimostra come non ci fosse alcun motivo che si scontrasse con la necessità di garantire l'ordine pubblico.

3)Noi, come afferma Agnoletti, non intendiamo "strumentalizzare" proprio nulla.
Il caso politico lo ha creato lui e di conseguenza abbiamo ritenuto opportuno denunciare il fatto che un sindaco invece di farsi garante di tutti i cittadini, si diverta a censurare e spillare divieti che ledono il diritto di manifestazione delle opposizioni senza alcuna ragione.
Il caso politico finirà quando cambieranno i metodi spregiudicati di certi amministratori nel rapportarsi con gli avversari.
Cogliamo questa occasione per invitare il sindaco ad un incontro pubblico dove potremo ad armi pari confrontarci su quella che è la realtà dei fatti, visto che tramite la stampa non è stato possibile.