giovedì 14 marzo 2013

Il caso. Perché quattro parà vittime di una brutale aggressione a Livorno non fanno notizia

















di Michele De Feudis (Barbadillo)

Aggrediti e pestati “perché militari”, fuori ad una discoteca di Livorno, mentre erano con le fidanzate. Una vigliaccata condita dalle grida “fascisti, fascisti”. Nell’Italia buonista di Saviano-Fazio la brutale aggressione subita da quattro carabinieri paracadutisti del Tuscania non fa notizia. Repubblica dedica all’avvenimento cinque righe in cronaca. Gli altri grandi giornali nemmeno quelle.

Questa la ricostruzione delle forze dell’ordine intervenute nei pressi della discoteca livornese “The Cage”: i quattro sono stati aggrediti perché militati “dopo che uno di loro, livornese, era stato riconosciuto all’interno da un altro frequentatore del locale”. L’aggressione, hanno spiegato gli investigatori, è avvenuta all’esterno del locale: almeno 30 persone hanno accerchiato i 4 militari, che erano in compagnia delle loro fidanzate, e subito dopo li hanno colpiti con cinghie e bastoni. “Durante il pestaggio i carabinieri sono stati insultati al grido di «fascisti». I loro aggressori si sono poi dileguati appena udito il suono delle sirene, prima che le pattuglie giungessero sul posto”: così si chiude il dispaccio di agenzia.

Mazze, bastoni, insulti politici a quattro parà con le loro ragazze nella Toscana avvelenata dall’odio ideologico – per i Soloni del giornalismo benpensante – non meritano una breve. Vi immaginate le paginate e le trasmissioni tv ad hoc se un episodio di violenza gratuita e feroce come questo avesse avuto un colore politico differente? I fatti di Livorno sono invece la cifra di un’Italia che non ci piace, nella quale risuonano tetre le parole d’ordine di un pericoloso oscurantismo ideologico. Sul quale non bisogna abbassare la guardia.