lunedì 10 ottobre 2016

Divieto di manifestare contro il business dell’accoglienza.


SINALUNGA - Avevamo programmato, per domenica pomeriggio alla Fiera di Sinalunga, un’azione dimostrativa contro le politiche d’accoglienza messe in atto da Unione Europea e Governo Renzi. Come di consueto avevamo comunicato a tutte le autorità competenti la nostra intenzione, con tutti i dettagli del caso come numero dei partecipanti e luogo. Sarebbe stata un’azione rapida e tesa a scuotere le coscienze dei cittadini in merito ad un tema, come quello dell’immigrazione, quanto mai attuale anche nelle nostre zone. Dopo parere positivo da parte della Questura di Siena, ci siamo visti negare il permesso da parte del Comune di Sinalunga, il quale ci ha proposto di spostarci in una zona limitrofa all’area interessata dalla Fiera, lontana dal flusso principale dei cittadini impegnati nella consueta passeggiata. A giustificazione di questa scelta ci è sta addotta la motivazione della sicurezza, nonostante le nostre manifestazioni siano sempre state ordinate e rispettose delle regole di condotta. Questa decisione è stata scorretta e a dir poco discutibile, visto che la nostra iniziativa avrebbe coinvolto esclusivamente i nostri militanti per un tempo limitato. Ci sembra evidente che si tratti di una scelta politica, tesa a zittire e censurare le voci fuori dal coro che si battono contro le politiche di accoglienza incontrollata e finalizzata al mero guadagno di qualche cooperativa.
Vogliamo altresì ribadire che non saranno questi mezzucci degni del peggior Kim Jong-un a fermare la nostra protesta contro il business dell’accoglienza che si sta dimostrando fallimentare su tutto il territorio nazionale. I divieti e le censure ci mostrano la pochezza dei nostri avversari politici e ci dimostrano che siamo sulla strada giusta.