di Marco Minnucci (Barbadillo)
Nello scorcio di una Venezia dei primissimi anni 60, si sono incrociati gli estremi di due vite: quella dell’immenso poeta Ezra Pound e quella di una ragazzina, Nicoletta Strambelli che, prima di venire regina del Beat e di diventare Patty Pravo “La ragazza del Piper”, ha vissuto una brevissima adolescenza nella città veneta, a Santa Marta, nella casa dei nonni a cui i genitori, industriali che risiedevano nella vicina Mestre, l’avevano affidata.
Ezra Pound e Patty Pravo si trovarono nella medesima ipotetica “stazione”, l’uno con il bagaglio del ritorno, enorme, pieno di vita, ideali, pensieri, scritti, e l’altra con una leggerissima valigia di cartone, quella di chi qualche anno dopo, nel 1965, avrebbe lasciato Venezia per scrivere una delle pagine indelebili della musica italiana.
L’anima prava racconta a Malcom Pagani, per “Il Fatto Quotidiano”: “Sono cresciuta in una Venezia bellissima, in cui potevi ascoltare i passi di chi camminava nella calle a fianco e Piazza San Marco somigliava a un grande parco giochi. Nel giardino di famiglia, all’ora del tè, si affacciava Angelo Roncalli e in spiaggia marciavo al ritmo di Ezra Pound senza fiatare. Io, lui e sua moglie ci incontravamo alle Zattere per mangiare gelati nelle mattine in cui a scuola facevo le manche” (uno dei tanti sinonimi disseminati per l’Italia per chiamare l’assenza scolastica all’insaputa dei genitori, ndr).
“Ezra Pound mi ha insegnato che troppe parole non fanno un grande pensiero” continua Patty Pravo ricordando il grande Poeta: “Mi ha insegnato lo straordinario valore del silenzio. Si può comunicare benissimo con la mente e con gli sguardi godendo delle medesime cose. E’ raro però… ringraziando il cielo succede”.
La donna al fianco del poeta, a cui fa riferimento Patty Pravo, è Olga Rudge e non la moglie legittima di Ezra Pound, Dorothy. Olga, infatti, pur avendo vissuto molti anni in un’atipica competizione con la consorte, è stata l’unica donna ad accompagnare gli ultimi dieci anni di vita di Pound quando, liberato dalla prigionia, si trasferì nella casa di Venezia e poi in quella di Rapallo.
Per immaginare la figura del poeta negli anni veneziani, è significativa la raccolta fotografica di Lisetta Carmi che, nel 1966, andò nella casa a Sant’Ambrogio di Rapallo e scattò una delle più rare gallerie fotografiche dedicate a Ezra Pound. La raccolta di immagini, editata con il titolo: “L’ombra di un poeta” (Milano, ObarraO edizioni, 2005) ritrae un Ezra Pound invecchiato, silenzioso, “in pigiama con una vestaglia scura e ampia che tiene chiusa con mani scheletriche.”
Non ci siano testimonianze o documenti che attestino che Pound e Patty Pravo si siano visti o sentiti dopo il 1965, ma siamo certi che il sommo poeta americano nutrisse un certo interesse per la musica, sufficiente per venire a conoscenza del successo dell’artista. L’attenzione per la musica di Ezra Pound ci è testimoniata dalle note biografiche che riportano come nel 1967, cinque anni prima della morte, andò a trovarlo a Venezia Allen Ginsberg e, dopo cena, racconta Mark Kurlansky, i due fumarono, ascoltarono i Beatles: «Ascoltandoli – scrive il giornalista – Pound sorrideva, sembrava apprezzare in particolare certi versi, batteva il tempo con il suo bastone dal manico d’avorio…».