giovedì 7 giugno 2012

Sudditi di poteri sempre più lontani


di G. di G. (Rinascita)

In 40 anni siamo passati da 242 a 31mila euro di “debito” a persona. Questo è in cifre il risultato del pessimo lavoro svolto dagli anni Settanta ad oggi dalle classi dirigenti del nostro Paese. A
 fornire il dato è il Censis che ha condotto uno studio più in generale in cui è emerso anche quanto noi italiani ci sentiamo sempre meno sovrani, in Italia e in Europa.
Tre italiani su quattro, rivela l’istituto di ricerca socio-economica, si sentono impossibilitati a incidere realmente sulle decisioni da prendere, in primo luogo per uscire dalla crisi, e destinati a protestare più che altro nelle piazze o a lamentarsi in famiglia e sul posto di lavoro.
I risultati della ricerca presentata dal presidente e dal direttore generale del Censis, Giuseppe De Rita e Giuseppe Roma, dal tema “Dove sta oggi la sovranità” mettono in risalto che ben il 75% degli italiani ritiene che la propria voce non conti nulla in Europa e che il 77% dei cittadini pensa di non avere voce in capitolo neppure nel proprio Paese, percentuale, questa, superata solo dai greci (84%) ma ben sotto Spagna (52%), Germania (30%) e Olanda (19%).
E allora, in Italia, chi comanda davvero? Il Censis lo chiede e ottiene che per il 22% a dettare la legge sono i mercati finanziari, per il 13% gli organismi sovranazionali con in testa il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, per il 22% l’Ue e per il 57% - ci dirige il Governo nazionale. E qui si dovrebbe aprire un capitolo a parte perché nella situazione attuale italiana il Governo nazionale è anche espressione dei mercati internazionali e delle banche d’investimento…
Tornando alla ricerca, comunque, si rivela che più è elevato il titolo di studio dell’intervistato più cresce la quota percentuale di chi ritiene che le decisioni reali sull’Italia non vengano prese a Roma.
E poi, ciliegina sulla torta, si scopre che “il gap tra le opinioni della gente e le decisioni dei leader politici è ampio” per il 91% degli italiani. “Si riversa così sulla politica in generale e più specificatamente sugli esponenti politici la delusione per non aver saputo mediare tra le dinamiche finanziarie globali e la vita quotidiana” emerge ancora dal Censis. Per quanto riguarda il lavoro, poi, un italiano su quattro ritiene che per lavorare sia più importante la raccomandazione che l’effettiva competenza e sono oltre 7 milioni e mezzo i lavoratori che ritengono il futuro ancora peggiore della situazione attuale: sono convinti che nel settore in cui sono occupati si perderanno posti di lavoro nei prossimi anni e, appunto, solo chi avrà una spintarella resisterà a scapito del merito. Inoltre, solo il 24% delle persone è convinto che i laureati trovino buoni lavori con buone remunerazioni e il 32% pensa che un laureato deve passare un lungo periodo di ricerca del lavoro prima di trovare una buona collocazione. Per le prospettive di vita in genere, infine, il Censis rivela che è forte la sensazione degli italiani di essere abbandonati dai canali di promozione sociale, cosa che genera la paura di essere soli di fronte alle difficoltà. Secondo la ricerca i 340 suicidi in più nel biennio 2009-2011 rispetto a quello precedente, con tanto di aumento consistente della vendita degli psicofarmaci, vanno letti in questa prospettiva.