di Giacomo Petrella (Barbadillo)
Dall’ultimo Consiglio dei Ministri escono buone notizie per il governo, per i partiti che lo compongono e per i media mainstream; non per il contribuente italiano. La fine dell’IMU, definitivamente abolita, è infatti un bel colpo propagandistico in vista della campagna elettorale europea o nazionale che i partiti del governissimo dovranno sostenere da qui alla prossima primavera, ma agli occhi dei più attenti si rivela quale ennesima prova di una classe dirigente miope e gabelliera.
La tassa di servizio che andrà ad integrare dal 2014 la già non modesta tassa sui rifiuti, che pare avrà l’acronimo di Taser, rappresenta infatti il classico colpo di mano dell’esattore senza prospettive: la nuova tassa spalmerà la vecchia ICI-IMU sull’unico mercato abbordabile dalle giovani generazioni, precarie e sottosalariate: appunto quello degli affitti.
Questo è il tipico comportamento dello Stato-esattore, il cui unico fine si riduce alla tassazione dei vari segmenti di mercato di volta in volta naturalmente più accessibili. Così se Pd e Pdl si garantiscono un buon numero di genitori e nonni pronti a tornare alle urne, questi ultimi saranno costretti a girare il risparmio dell’Imu nei conti ipertassati di figli e nipoti.