di Ernesto Ferrante (Rinascita)
Il Sistema Sanitario Nazionale, progressivamente smantellato e aziendalizzato dai governi dell’ultimo ventennio, offre servizi di scarsa qualità e a costi troppo elevati per le attuali possibilità economiche degli italiani.
L’approvazione del maxi-emendamento al Decreto Salute, non servirà, purtroppo, a migliorare le condizioni critiche in cui versa, perché gli “aggiustamenti” apportati, pur contenendo alcune misure migliorative, non andranno ad incidere neanche minimamente sul “ventre molle” del disegno di riordino approntato dal ministro della Salute Renato Balduzzi, vale a dire la drastica riduzione delle risorse destinate al settore sanitario. Grande preoccupazione è stata espressa da Federconsumatori, nella cui dura nota si legge quanto segue: “Ancora una volta ribadiamo che, nonostante la necessità di eliminare di abusi e sprechi, l’ossessione del risparmio non riduce i problemi legati alla controversa questione della sostenibilità del SSN e non può portare alcun beneficio, finendo anzi per accelerare il collasso del sistema stesso. L’attuazione della logica dei tagli rischia di colpire le categorie più fragili, mettendo in discussione la qualità e la continuità delle cure”.
Il crescente costo delle prestazioni e la crisi incalzante, stanno spingendo infatti un numero sempre maggiore di persone a rinunciare a visite e controlli. Un dato, questo, che emerge anche dalle elaborazioni del Censis dalle quali si evince che ben 9 milioni di cittadini-utenti non usufruiscono delle prestazioni di cui avrebbero bisogno per assenza di possibilità economiche. In questo quadro, le spese sanitarie, soprattutto se relative a malattie gravi, possono trasformarsi in un fattore determinante nell’impoverimento delle famiglie. Si stima che per compensare le carenze del sistema pubblico, i costi sociali diretti a carico delle famiglie sfiorino i 6.900 Euro per l’ictus e arrivino a superare i 10.500 Euro per l’Alzheimer.
Si continua a dire che da noi si spende troppo per la sanità pubblica, ma non è affatto vero.
Al contrario, nel nostro Paese, la spesa pubblica per questo delicato settore, risulta notevolmente più bassa rispetto a quella raggiunta da altri Paesi europei. Tra non molto, procedendo di questo passo, in tanti saranno costretti a rivolgersi a stregoni e fattucchiere...