venerdì 28 giugno 2013

Equitalia “blocca” il conto a un pensionato di Voghera. E da oggi c’è il Grande fratello sui conti correnti...

di Guido Liberati


L’ultima notizia choc su Equitalia arriva da Voghera. Un pensionato di 74 anni che è andato all’ufficio postale per ritirare i suoi 600 euro mensili e si è visto rifiutare la pensione, bloccata dal braccio operativo dell’Agenzia delle entrate. A dare la notizia il quotidiano La Provincia Pavese, che ha ricostruito la vicenda: il pensionato, G.S. è un ex commerciante, che nel corso dell’attività ha accumulato più di una tassa non pagata. Tra mora e arretrati il debito ha superato quota 40mila euro senza. Il pensionato non aveva beni immobili, quindi «l’esattore, a quel punto – scrive il giornale – ha tirato le somme e il denaro è andato a cercarlo nel solo posto dove poteva trovarlo, cioè sul conto corrente di G.S., tremila euro di sudati risparmi, unica fonte di entrata la pensione mensile».

La notizia arriva nel giorno in cui diventa attivo il nuovo Sid (Sistema interscambio dati) che permetterà all’Agenzia delle entrate di acquisire automaticamente le informazioni sui conti correnti degli italiani dagli operatori bancari. Secondo i dati forniti da Equitalia ammontano a 545 miliardi di euro gli arretrati accumulati dal 2000 ad oggi che l’agenzia del fisco dovrebbe riscuotere dagli italiani. A parziale consolazione dei contribuenti le nuove disposizioni contenute nel decreto del Fare che ha rimodellato l’attività della spa. Il decreto prevede innanzitutto l’allungamento dei tempi per rientrare dei debiti con il fisco. Fino ad oggi era prevista la possibilità di rateizzare per 72 mesi (rinnovabili per altri 72 se la situazione del contribuente peggiorava). Ora si arriva fino a 120 rate, cioé a 10 anni e si perde il beneficio se si saltano non più 2 rate ma 8. Entro settembre dovrà inoltre essere ridefinito il finanziamento di Equitalia, dove le spese per gli agenti di riscossione vengono attualmente coperte con un aggio all’8 per cento sulla somma riscossa (4,65% dal contribuente e 3,35% dall’ente che riscuote). Più di tutto però il decreto dispone l’impignorabilità della prima casa. Nella speranza che, episodi come quello denunciato dal pensionato vogherese, non si ripetano.