lunedì 2 luglio 2012

Dopo il palio,ecco il baratro di Siena


di Wall Street Italia

Stretta finale per Monte dei Paschi di Siena, il Consiglio dei Ministri ha approvato il primo passo legislativo che porterà alla sua “nazionalizzazione”, elargendo 3 miliardi per il momento. Dopo che il management si è reso responsabile di investimenti sbagliati su derivati ed il famoso acquisto di Banca Antonveneta che si è rivelato una pietra al collo, la European Banking Authority ha chiesto a MPS di reperire 1 miliardo di euro entro 10 giorni. Ovviamente l’istituto senese non avendo la possibilità di portare in bilancio una tale dote per rispettare i requisiti patrimoniali ha dovuto rivolgersi al governo per evitare il default. La banca lascia dietro di sé una Fondazione MPS piena di debiti e una città, Siena, in ginocchio poiché da sempre tutta incentrata sulla sua banca.
Roma - All’indomani del decreto ad hoc sfornato per salvare le sue sorti, MPS approva attraverso il suo consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi di Siena ha approvato il piano industriale 2012-2015, che prevede un utile netto consolidato di 630 milioni di euro. Secondo una nota dell’istituto bancario, si punta a una riduzione dei costi operativi di 565 milioni di euro con una variazione annua negativa del 4,3%.
Mps punta anche alla “completa razionalizzazione dell’assetto del gruppo con incorporazione delle controllate e chiusura di 400 filiali” entro il 2015. Il piano industriale di Mps prevede una “significativa” riduzione del personale pari a 4.600 unità nel triennio, che avverrà attraverso un percorso “socialmente sostenibile” teso ad evitare “importanti ricadute sui livelli occupazionali”. Il piano prevede inoltre la riduzione dell’organico di 100 dirigenti, pari al 20% del totale, il taglio ”one-off” del 5% della retribuzione per 12 mesi e la riduzione selettiva della RAL, con approccio one-to-one allineandola al peso del ruolo ricoperto in azienda post riorganizzazione sulla base dei criteri di mercato.
Viene da domandarsi, di nuovo, guardando anche alla contrazione del credito alle imprese e ai privati, che fine abbiano fatto i finanziamenti che la Bce ha erogato alle banche europee in generale, e alle banche italiane in particolare.
La terza banca italiana ha inoltre sottolineato che sta avviando le procedure per emettere entro l’anno uno “strumento di patrimonializzazione governativo” del valore di 3,4 miliardi di cui 1,5 miliardi verranno sottoscritti direttamente dal Tesoro: la parte restante sarà destinata al rimborso dei Tremonti Bond in essere. Il rimborso di circa 3 miliardi di tale strumento è previsto entro la fine del piano nel 2015.