mercoledì 4 luglio 2012

La bufala dello "scudo antispread"


di Ugo Gaudenzi (Rinascita)

“Costi quel che costi, l’euro è un progetto irreversibile”; “Si allontana lo scenario del default e del crack”; “SuperMonti ha sconfitto la Merkel”. Così gli “operatori finanziari - quelli che campano e ingrassano “consigliando” investimenti, fondi, speculazioni e scommesse su titoli e valute - hanno salutato nelle ultime ore il “grande accordo antispread” che, dicono, sia stato raggiunto a Bruxelles.
Nel dopo-vertice, il delirio autocelebrativo del maggiordomo nostrano della Finanza, Mr. Monti, come sappiamo, è andato in onda praticamente a reti unificate su tutti gli organi di (dis)informazione di massa.
Per tale genio anti-nazionale infatti il varo del Mes, il criminale Meccanismo Europeo di Stabilità ormai vigente, è in realtà “lo scudo” per salvare... l’economia. L’Italia, cioè, dovrà versare anno dopo anno, perennemente, la sua ingente quota di partecipazione a tale “fondo” - gestito sempre dalla troika dell’usura internazionale - che poi presterà “a chi ne ha bisogno” il denaro per pagare i debiti. Debiti da usura che si moltiplicano senza tregua e non finiranno mai.
Sintomatica poi, in particolare, la dichiarazione post-vertice, del Maggiordomo. Per Mr. Monti, “per ora l’Italia non ha intenzione di fruire degli strumenti (per riportare a quote accettabili il divario tra le sue obbligazioni pubbliche e quelle tedesche) perché ce la può fare da sola”.
Ce la può fare da sola? E allora che diamine è andato a fare Mr. Monti a Bruxelles? Non abbiamo già notoriamente un divario tra le nostre obbligazioni e quelle germaniche di oltre 400/450 punti? Le notizie quotidiane che ci giungono dai Templi della Speculazione (le borse) sono dunque false, sono uno scherzetto facilmente risolvibile? E come farà questo governo a togliere, almeno 200 punti di divario di quello “spread”, da solo?
Ci prende, prende tutto il popolo italiano, per un gregge drogato e rincoglionito?
E, Mr. Monti, Lei lo sa come mai sia nata questa crisi monetarista? Certo: ne è ben cosciente. Prima di essere unto “senatore a vita” e inviato per procura a Palazzo Chigi (per pagare subito un debituccio usuraio con la banca di riferimento di suo figlio...) era o no “consulente” - come l’altro Mario, quello che siede sulla Bce - di banche d’affari che speculano sui debiti pubblici e ingrassano sulle insolvenze degli Stati nazionali? E di altre emerite “fondazioni” di economisti e politici, mecenati di se stessi?
Certo, Le è ben noto. Ma vogliamo rammentarlo lo stesso.
La crisi è nata negli Stati Uniti d’America. Sa, quella “federazione” di ex colonie di Londra, dall’altra parte dell’Atlantico. Da lì, da due decenni, una “bolla speculativa” aveva infettato, con i suoi derivati, le sue speculazioni usuraie, mezzo pianeta, Italia della lira inclusa. E nel 2008 è proprio lì che è esplosa: sui mutui su cui banche e finanziarie allegre avevano razziato denaro e dividendi. Da lì si è diretta qui da noi, dove istituzioni magnanime come la sua Goldman & Sachs avevano “investito” sulla crisi finanziaria degli Stati nazionali, in particolare i maiali, i “pigs”...
Ah, Lei dice che qui da noi è un’altra storia? Che le “nostre” (sic) banche sono “forti e immuni da un tale contagio”? Che hanno soltanto bisogno di un po’ di sangue dei popoli (le sue tasse) per sopravvivere?
E di che sono composte le “garanzie” di queste banche?
Già. Forse, Lei, lo ignora. Va bene, La aiutiamo. Se un capofamiglia, un lavoratore, un imprenditore, va in banca per essere “affidato”, qui in Italia deve dare in garanzia le sue proprietà immobiliari. Le case, appunto, o libere o sottoposte a mutuo. Con “fideiussioni” e “ipoteche”.
Ecco, Mr. Monti. Le banche che Lei dichiara “solide” - e che allora chissà perché continua ad aiutare - sono piene zeppe di immobili, mutui, ipoteche. Se crolla il mercato immobiliare crollano pure loro. Ah: se lei metterà i suoi artigli sugli immobili pubblici per fare cassa, provocherà un patatrac: troppa offerta ergo valori generali in ribasso ergo sofferenze bancarie. Ergo crack.
Altro che “Mes”. Altro che “scudo”. Neanche la sua cura da cavallo (con l’economia e il lavoro giunti al lumicino) di tasse e controtasse lo eviterà.