mercoledì 25 luglio 2012

Firenze: sfregiate le targhe dedicate ai martiri delle foibe.

IN ITALIA ORMAI SOLO FIRENZE CONTINUA A MANCARE DI RISPETTO A QUESTI MARTIRI ITALIANI. È ORA DI DIRE BASTA.

"Per l'ennesima volta le due targhe stradali che indicano Largo Martiri delle Foibe sono state sfregiate con della vernice. Un gesto cretino e vigliacco: cretino perchè chi si riduce a rovinare un cartello stradale per tentare di riaffermare quell'oscurantismo che per 50 anni ha avvolto questa pagina di storia non può avere altro nome, vigliacco perchè tale è chi se la prende con la memoria di donne, uomini e bambini morti più di 50 anni fa e, per giunta, pagando la sola "colpa" di essere italiani".
"Non è possibile - prosegue il consigliere - che mentre tutta l'Italia riconosce ed onora il sacrificio di questi nostri fratelli barbaramente trucidati sul finire della seconda guerra mondiale dalle truppe partigiane comuniste slave del maresciallo Tito, a Firenze vi sia ancora qualcuno che vorrebbe mantenere nell'oblio questa vicenda, continuando a considerare Tito un eroe e tutto ciò che è stato per oltre 40 anni al di la della Cortina di Ferro il "paradiso comunista", pretendendo di cancellare gli orrendi crimini che i partigiani slavi, aiutati anche da partigiani italiani, hanno commesso lungo il confine orientale".
"Ogni anno - aggiunge ancora l'esponente di centrodestra - dobbiamo vedere Firenze ospitare cortei inneggianti alla ex-Yugoslavia ed ascoltare slogan beceri in favore dell'olocausto patito da decine di migliaia di italiani a causa di quella bandiera rossa che tanto questa gente ama, in occasione della "Giornata del Ricordo" e ora anche le vigliacche azioni contro le lapidi che dedicano un largo alla memoria di questi nostri fratelli caduti".
"È veramente venuto il momento - conclude Torselli - di dire basta con questi gesti e con la tolleranza verso chi li compie. Il comune provveda immediatamente a ripulire le targhe, ma soprattutto si attrezzi, una volta per tutte, affinché certi gesti non si ripetano, oltre che a ricordare, in ogni assise possibile, l'importanza del ricordo e della memoria del sacrificio di queste decine di migliaia di nostri fratelli assassinati. Dalla scelta di mantenere il silenzio su questa vicenda, fatta dall'Italia repubblicana nell'immediato dopoguerra, ad oggi molto è stato fatto, ma di fronte a gesti come questi, dobbiamo renderci conto che evidentemente non è ancora sufficiente".