di Marcello Veneziani (il Giornale)
È facile dire: basta i privilegi della casta, le scorte e le auto blu. Quando uno della casta sceglie un’altra strada passa i guai. Vi narro la storia esemplare del senatore Andrea Fluttero da Chivasso, pidielle e pedalatore, praticante della bici e non solo perché segretario della commissione ambiente. Da sei anni Fluttero combatte intorno a Palazzo Madama una battaglia di civiltà: cerca di entrare nella zona riservata ai senatori con la sua bicicletta e di parcheggiarla là dove ci sono i mezzi dei senatori, però il regolamento prevede macchine, scorte e sirene lampeggianti, forse anche elicotteri e carrarmati, ma non una semplice, popolare e per giunta ecologica bicicletta. Niente fanteria. Per convincere i carabinieri che a loro volta eseguono una disposizione, il senatore ha piantato sulla bici due grandi adesivi «senato della repubblica » per varcare le garitte di sicurezza. Ma niente rastrelliera, non resta che attaccarsi al palo. Nel Palazzo o entri da omo de panza, in pompa magna o niente; se poi vieni da destra senza nove poliziotti di scorta hai torto a prescindere.
Vogliono dimezzare le auto blu, ma perché non favorire l’uso parlamentare delle bici blu o del tandem blu se c’è bisogno di un autista o di una scorta? Sarebbe un risparmio e un vantaggio per la circolazione, anche sanguigna. Nella nostra democrazia digitale ai parlamentari è richiesto solo l’uso delle dita per schiacciare i bottoni. Per evitare che si atrofizzi il resto, lasciategli tenere in esercizio non dico la testa ma almeno i piedi.