Il prossimo autunno non sarà facile. Sarà caldo anzi bollente.
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, tra una lacrima e l’altra versate pensando alla sorte dei dipendenti pubblici e privati da lei medesima messi sulla strada, ha avuto un soprassalto di realismo ipotizzando che, forse, le misure varate dal governo Monti stanno mettendo a rischio il futuro industriale del nostro Paese.
Noi abbiamo fatto il possibile per evitarlo, ha messo le mani avanti Fornero, ma è colpa della crisi in corso. Una crisi che è molto pesante che mette a rischio la sopravvivenza delle nostre principali industrie e che inoltre, scopre la ministra, mette a rischio il lavoro. Senza industria l’Italia non ha futuro. Grazie ministro lo sapevamo da soli. Per questo, ha insistito, si deve puntare sull’industria e le parti sociali devono lavorare tutte insieme. Ci sono molte responsabilità di quanto sta accadendo. Quelle del credito, con le banche che prestano pochi soldi alle imprese e ai cittadini. Quelle degli imprenditori che dovrebbero essere più disponibili ad investire e ad aggregarsi. In altre parole, le imprese dovrebbero investire più soldi nella ricerca e nella innovazione tecnologica e di prodotto. E dovrebbero accettare, se necessario, di dare vita a gruppi più grandi, venire assorbiti e dire addio alla società che avevano creato.
Un discorso, ha precisato, che può valere per l’Ilva e per il settore siderurgico che richiede molti investimenti per restare competitivo nel medio e lungo periodo sul mercato globale. Bisognerà vedere se ci sono in Italia le risorse per un'industria competitiva, ha avvertito, ma occorre lavorare in una prospettiva di medio periodo perché l'Italia non perda questa che è un’industria strategica.
Proprio sull’Ilva, ha avvertito, è anche in gioco l’identità di una classe operaia che viene messa a rischio e alla quale occorre ridare dignità. Non si può transigere in termini di salute e sicurezza. Il lavoro operaio, ha precisato, non è di serie B, è un lavoro che fa parte del nostro futuro. In tale ottica, quella del Tribunale che ha previsto non la chiusura dell’impianto ma la sua messa a norma, rappresenta una decisione equilibrata e positiva.
Quanto alla Fiat che da anni sta attuando la sua strategia di disimpegno definitivo dall’Italia, la Fornero si è augurata che l’azienda mantenga i propri impegni di investimento e che l'industria automobilistica rimanga una attività industriale importante del nostro Paese. Di questo il ministro parlerà nel corso di un incontro con Sergio Marchionne che potrebbe svolgersi anche questo mese.