mercoledì 5 settembre 2012

Il comunismo? Da rottamare!


tratto da Azione Tradizionale

Stavolta i “rottamatori” di Matteo Renzi non c’entrano proprio. Perchè a buttare via (nel vero senso della parola) un antico cimelio del passato comunista di un piccolo paese della Toscana, non sono stati dei giovani desiderosi di sbarazzarsi del nostalgismo comunista, ma gli stessi anziani membri di un circolo comunista locale. Vana, fino ad adesso, la ricerca nella discarica del luogo: il comunismo è già stato rottamato (dalla storia)!

Che il comunismo non se la passi benissimo lo sapevamo, ma fa un certo effetto apprendere che la destinazione ultima di falce e martello possa addirittura essere la spazzatura. E ancor di più colpisce il fatto che a riservare una tale sorte al simbolo universale delle lotte di contadini, operai e lavoratori in genere siano proprio dei comunisti. Forse non più comunisti al cento per cento (come spesso succede, la cosa non è perfettamente chiara) ma comunque, e senza dubbio, persone che al comunismo hanno guardato con favore e che tuttora appartengono all’area politica della sinistra italiana.

Ma facciamo un passo indietro. A Ponte a Egola, frazione di San Miniato in provincia di Pisa, la locale casa del popolo ospitava sino a poco tempo fa un’enorme scultura in ferro battuto, foderata di stoffa vermiglia e riproducente la falce e il martello tanto cari ai comunisti di tutto il mondo. L’oggetto, c’è da capirlo, era motivo d’orgoglio per i militanti ma anche, in un territorio storicamente «rosso», per molti semplici cittadini. La falce e martello era stata donata trent’anni or sono ai comunisti di Ponte a Egola da quelli della federazione del Pci di Empoli (i quali ne possedevano due, entrambe realizzate da un ex partigiano originario di Vinci), ed era a tal punto rappresentativa da essere perfino stata immortalata in una recente mostra fotografica sui comunisti in Toscana. Ma perché ne parliamo al passato? Cos’è accaduto alla voluminosa scultura? È una domanda, questa, che prima di tutti devono essersi posti, con animo colmo di angoscia, gli animatori più giovani del circolo Arci Pannocchia di Ponte a Egola, dove in questi giorni si sta allestendo una festa dell’Unità Comunista organizzata dal PdCI.

I ragazzi, giustamente, avrebbero voluto togliere la falce e martello dal ripostiglio per farle fare bella mostra di sé in occasione dell’evento. Solo che, quando nel ripostiglio ci sono entrati, la falce e martello non l’hanno vista. E sì che, così grossa, sarebbe stato difficile non notarla. Ma niente da fare. Contrordine, compagni, la scultura non c’è più! E, a quel punto, è scattato il panico. Che fine avrà fatto il glorioso manufatto metallico?

È bastata una breve indagine perché i timori più foschi trovassero conferma: la falce e martello era stata inopinatamente gettata via durante una minuziosa sessione di pulizie estive effettuata da alcuni membri anziani del circolo. Oltre al danno, insomma, la beffa. Sono stati proprio i vecchi comunisti - reputando, evidentemente, ormai inservibile il reperto - a commettere il misfatto, facendo precipitare in una cupa disperazione i militanti più giovani, forse (nell’odierno smarrimento ideologico) maggiormente bisognosi di certezze e punti di riferimento anche solo simbolici. Quando, almeno in parte, si sono riavuti dallo shock, gli aderenti al circolo Arci Pannocchia hanno messo su una squadra di volenterosi che si è recata presso la vicina isola ecologica nel disperato tentativo di recuperare l’oggetto. Però, a quanto è dato di sapere, l’iniziativa non è stata coronata dal successo. In attesa di future e, purtroppo, poco probabili buone notizie, a Ponte a Egola possono consolarsi pensando che, se la falce e martello è finita nell’isola ecologica, significa che tutto quel ferro verrà riciclato.