di Massimo Fini
‘'Questa situazione l'abbiamo prodotta noi" ha detto il politologo americano Michael Walzer riferendosi ai fatti di Bengasi. Per anni le democrazie occidentali avevano fornicato con Gheddafi, poi, improvvisamente, hanno scoperto che era un dittatore impresentabile e andava quindi eliminato. Agenti provocatori inglesi e francesi sono stati mandati in Cirenaica dove certo il malcontento e la frustrazione, dopo 42 anni di dittatura, non mancavano. Gheddafi però non è stato eliminato da una rivoluzione popolare, ma dai bombardieri della Nato.
Caduto Gheddafi la Libia è precipitata nel caos. Solo un dittatore poteva tenere insieme un Paese dalle mille realtà tribali, etniche e religiose. E nel caos hanno buon gioco a inserirsi i gruppi radicali ed estremisti come quello che ha condotto l'azione di Bengasi (al Qaeda, tirata puntualmente in ballo, non c'entra, è un'invenzione occidentale). Inoltre chi è bombardato e ha visto distrutta la sua casa, uccisi i figli, i genitori, la moglie, è difficile che conservi sentimenti amichevoli verso i ‘liberatori'.
Quand'è che capiremo che le ingerenze e la proterva pretesa di portare, con la forza delle armi, i nostri valori, le nostre istituzioni, la democrazia, a popoli "altri", da noi diversissimi, oltre a provocare massacri inenarrabili (sono circa 750mila le vittime civili causate, direttamente o indirettamente, dalle aggressioni americane in Afghanistan e in Iraq) si risolvono regolarmente in un boomerang? Prendiamo l'Iraq. È una cervellotica invenzione degli inglesi che nel 1930 misero insieme tre comunità che non avevano niente a che vedere fra di loro: curdi, sunniti, sciiti.
Solo un dittatore poteva tenere insieme una simile Babele. Questo dittatore, particolarmente sanguinario, Saddam Hussein, noi occidentali, americani in testa, per anni lo abbiamo foraggiato fornendogli anche le famose "armi di distruzione di massa", in funzione anticurda e soprattutto antisciita e antiiraniana. Poi un giorno abbiamo deciso che anche Saddam era diventato impresentabile ed è stata la seconda guerra del Golfo.
Giustiziato Saddam abbiamo instaurato in Iraq una pseudo democrazia, ma poiché gli sciiti sono la stragrande maggioranza, il 62%, abbiamo di fatto consegnato questo Paese all'Iran sciita che di quello iracheno è confratello. Così dopo un quarto di secolo di politica antiiraniana, gli americani sono riusciti nell'impresa di offrire su un piatto d'argento agli ayatollah quello che gli avevano impedito di prendere con le armi quando nel 1985 stavano per conquistare Bassora.
Afghanistan.
Dopo undici anni di occupazione, a furia di bombardare le aree tribali afghano-pachistane alla caccia del Mullah Omar e degli altri leader della guerriglia abbiamo svegliato il talebanismo pachistano che è molto più pericoloso di quello afghano.
Perché i talebani afghani si interessano solo del proprio Paese, quelli pachistani, inseriti all'interno di una potenza regionale, hanno una visione più internazionale e mire più ambiziose (ed è molto probabile che nel commando che ha agito a Bengasi ci fossero elementi pachistani, della rete-Haqquani che è in contrasto col Mullah Omar perché mentre questi, dopo undici anni di resistenza, vorrebbe arrivare a un accordo e a una pacificazione nazionale, gli Haqquani vogliono radicalizzare ulteriormente la lotta anche con azioni efferate sui civili da sempre proibite da Omar).
Il secondo motivo è ancora più inquietante. Se anche il Mullah Omar riconquistasse il potere, l'Afghanistan armato com'è in modo antidiluviano, non costituirebbe un pericolo per nessuno. Se i talebani pachistani prendessero Islamabad sarebbero cazzi acidi. Per tutti. Perché il Pakistan, oltre a essere armato in modo moderno, ha l'Atomica. Così per inseguire un pericolo immaginario ne abbiamo creato uno terribilmente reale.