di Andrea Perrone (Rinascita)
Una crisi gravissima che colpisce senza pietà anche i più piccini. È la situazione economica senza precedenti della Grecia che oltre alla disoccupazione e all’aumento dei senza casa evidenzia un disagio diffuso anche a livello infantile a causa dell’indigenza delle famiglie sempre più povere. Povertà provocata dalle misure da vera e propria macelleria sociale imposte dalla troika dell’usura per riavere indietro il prestito oneroso concesso ai governi ellenici per fare fronte alla crisi del debito. Soltanto nel 2011 erano 597.000 i bambini che vivevano in condizioni di estrema esclusione sociale, ovvero il 30,4% del totale, con un incremento del 9,1% rispetto al 2010. Ad evidenziare il dato è stato il Comitato nazionale greco per l’Unicef, che ha presentato il suo nuovo rapporto “La condizione dei bambini in Grecia 2013” realizzato in collaborazione con l’Università di Atene. Nello stesso anno, la percentuale di bambini che vivevano in condizioni di notevole disagio, ovvero in famiglie colpite da estrema indigenza, da grave deprivazione materiale e da scarsità di lavoro (leggi: disoccupazione oppure impiego sottopagato), nel 2011, era pari al 3,5%, in sintesi 69.000 bambini, drammaticamente in aumento rispetto ai 12.000 nel 2010. La percentuale di bimbi che vivono in famiglie dove nessuno ha un lavoro era pari al 9,2% nel 2011 ed è aumentato di 2,9 punti percentuali tra il 2010 e il 2011, a dimostrazione che la crisi e le misure draconiane dei vari governi hanno gettato letteralmente sul lastrico un numero enorme di famiglie elleniche e dei loro componenti. In Grecia, secondo gli ultimi dati del 2011, la povertà infantile ha avuto un aumento di 0,7 punti, pari al 23,7%. E così il numero di bambini indigenti è salito a 465.000 unità. Da quanto riportato nel documento il 16,4% di tutti i piccini vive in famiglie con “grave deprivazione materiale”, che corrisponde a ben 322.000 bambini: numero aumentato di 89.000 unità, con un incremento in percentuale del 38,2% tra il 2010 e il 2011. Aumento che per la fascia di età compresa tra i 6 e gli 11 anni raggiunge addirittura il 46,7%. Non è tutto. Infatti il 50,8% delle famiglie con figli si dichiara impossibilitata a permettersi una settimana di vacanza a causa delle difficoltà economica che attraversa ormai da anni. Allo stesso tempo il 37,2% è obbligato a lottare per pagare le bollette, le rate delle carte di credito e i prestiti, mentre il 34,5% si dichiara incapace a poter coprire le spese non programmate. La percentuale di famiglie con bambini al di sotto della soglia di povertà che dichiarano la propria impossibilità ad includere nel menu di ogni giorno carne, pesce, pollo o verdure è passata dal 21,6% del 2010 al 44,3% nel 2011: più del doppio nel giro di appena 12 mesi. Ancora più gravi le situazioni domestiche di alcuni nuclei familiari con figli a carico che affermano di non poter permettersi di soddisfare le necessità di avere il riscaldamento nelle loro abitazione poiché sono aumentati dal 14,8% del 2010 al 19,3% nel 2011 e le famiglie povere con figli a carico dal 37,1% al 39,7% negli stessi anni. Ma il bollettino di guerra non finisce qui. Da quanto emerso dal documento ben il 25,4% delle famiglie con bimbi sono esposte a problemi ambientali – dall’inquinamento alla contaminazione – nella propria zona di residenza. Dati, percentuali, numeri assolutamente allarmanti che esprimono il disagio sociale che attraversa ormai da alcuni anni la Grecia sottoposta alle vessazioni dei governi per volere della Commissione Ue, della Bce e del Fondo monetario, la troika che semina povertà e indigenza nei Paesi dell’Eurozona che hanno chiesto un prestito ad usura ai Signori del danaro, finendo nel vortice debitorio da cui è impossibile uscire.