lunedì 27 maggio 2013

La rivolta anti-nozze gay di Parigi fa sul serio.



di Romana Fabiani

È duro il bilancio del day after la massiccia manifestazione parigina contro le nozze e le adozioni gay. Quasi 300 persone sono state fermate per gli scontri con la polizia a margine de le Manif pour tous, 231 sono a rischio di arresto. 

È la prima notizia de Le Figaro corredata di video degli scontri che hanno prodotto 36 feriti, tra cui 34 poliziotti. La violenza di alcune frange che hanno rovinato la marcia di un milione di francesi è esplosa in tarda serata davanti alla spianata de Les Invalides. Il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ha condannato gli incidenti provocati – ha detto – «da estremisti di destra». 

Al grido di “Hollande, dimissioni”, “esplode tutto, esplode tutto”, “dittatura socialista”, non hanno seguito gli ordini di sciogliere la manifestazione: i poliziotti hanno risposto con fumogeni e lancio di lacrimogeni e un fotografo è stato leggermente ferito. Un grande striscione con scritto “Hollande, démission” ha fatto mostra di sé per alcune ore davanti alla sede del Partito socialista. Su Twitter, Damien Rieu, portavoce del movimento Generazione identitaria, ha postato molte foto della terrazza socialista “occupata”. Per quest’ultimo appuntamento, dopo la lunga crociata contro la legge firmata dal presidente socialista, erano in tantissimi, più vicini al milione dichiarato dagli organizzatori che ai 150.000 stimati dalla polizia. 

Tre i cortei partiti da punti diversi di Parigi, che si sono ritrovati al centro della città, più alcune centinaia di Civitas, l’organizzazione dei cattolici più integralisti che sfilava da sola. La stampa ormai parla del più grande movimento sociale che la Francia abbia conosciuto dal ’68. Ma Hollande non sembra preoccuparsi troppo e, a detta anche dei suoi sostenitori, non sta gestendo la rivolta montante con sufficiente attenzione. Le proteste (che provengono non solo dai settori più conservatori dell’opinione pubblica) hanno rallentato l’iter legislativo ma non impedito l’approvazione di uno dei provvedimenti più contestati degli ultimi 30 anni. Ora la Francia è il nono paese in Europa ad adottare la legalizzare del matrimonio omosessuale. Le prime nozze gay, destinate a suscitare un vespaio di polemiche, sarà celebrato il prossimo 29 maggio a Montpellier, nel sud della Francia. 

Più delicata la questione dell’adozione. La legge lascia in sospeso questioni fondamentali in materia di diritti della famiglia: non garantisce, in automatico, diritti di co-genitorialità per le coppie omosessuali unite civilmente, né consente l’accesso alla procreazione medicalmente assistita o la fecondazione in vitro per le coppie lesbiche.