di: Nico di Ferro (azionetradizionale.com)
Raramente un’opera che si presenta come
un commento ad un’altra, per di più un grande classico della letteratura
mondiale, risulta essere così essenziale e di fondamentale importanza
alla sua comprensione come il libro di Miguel De Unamuno.
Facciamo riferimento all’opera “Vita di Don Chisciotte e Sancio”
un libro straordinario nel quale lo scrittore basco De Unamuno si
propone di esporre in maniera esplicativa la filosofia di vita
donchisciottesca, con la sua visione del mondo, etica, metapolitica e
religiosa, tratta dalla famosissima opera di Cervantes dedicata
all’errante cavaliere.
Un libro che nelle intenzioni
dell’autore non vuole essere letteratura ma un incitamento reale a osare
qui e ora, come Don Chisciotte che con la sua follia trovò il coraggio
di sfidare il buon senso livellatore del suo tempo, trasformando la
propria esistenza in una milizia sulla Terra, volta a coltivare
sentimenti divini e spirituali.
De Unamuno ci ricorda, commentando le
gesta della nobile figura di Don Chisciotte, che ognuno è figlio delle
proprie azioni ed il mondo lo si crea con la volontà e non con
l’intelligenza. Una volontà, quella di Don Chisciotte, alimentata dal
fuoco della fede e sfidando la coerenza logica che appartiene solo alla
ragione.
Un libro geniale dunque che, capitolo
per capitolo, prende in rassegna le azioni e i discorsi di Don
Chisciotte e del suo scudiero, Sancio Panza, per estrapolarne i
significati nascosti delle loro avventure, paragonandole e
confrontandole tra loro mostrando al lettore, da diverse angolature, la
realtà vista attraverso gli occhi di un eroe ardente nella fede e da
coloro che pensano solo con lo stomaco e non credono che ai loro occhi.
Ma guai a coloro che considerano questo
libro alla stregua di quelli per passare il tempo e Don Chiosciotte un
personaggio inventato. Lo scrittore per questi che si approssimano
all’opera in tal modo, non prova altro che ribrezzo, nausea e
compassione.
L’intera opera è stata tradotta e curata
da Mario Polia, noto archeologo e antropologo di fama internazionale,
nonché Professore presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Primo in Italiaa scrivere su J. R. R. Tolkien, è competente ed esperto
circa le civiltà andine, al contempo straordinario conoscitore della
cultura medievale, di Roma arcaica, della cultura folclorica e di
tradizioni popolari italiane.