di: Diego Fusaro - Adriano Scianca
“Quella di Renzi una rivoluzione socialista? Non scherziamo, dire questo è fare ideologia orwelliana”. Il filosofo Diego Fusaro non si fa incantare dalle riforme varate da Renzi e al premier italiano preferisce Putin: “Almeno lui rende il mondo plurale”.
Fusaro, ha visto il Documento di economia e finanza presentato dal governo?
«Con
le mie competenze limitate, mi è sembrata una ulteriore conferma del
dominio totale del capitale, Davvero non mi riesce di capire che
differenza ci sia tra Renzi e Monti, tra Renzi e i liberisti. Continua a
spacciarsi per l’homo novus, ma il premier mi sembra vecchissimo».
Eppure Renzi insiste molto sul valore solidaristico degli 80 euro in più in busta paga…
«Mi sembra una presa in giro grossolana, un modo volgare di spacciare dell’elemosina per un provvedimento illuminato».
La senatrice democratica Laura Puppato ha definito il Def una “rivoluzione socialista”. Uno studioso di Marx e della tradizione socialista come lei è d’accordo?
«Una
rivoluzione neoliberista semmai. Spacciare tutto ciò per socialismo è
tutt’al più un episodio orwelliano della storia dell’ideologia e come
tale va commentato. Ricorda il Big Brother? “La libertà è schiavitù”.
Siamo esattamente su quel livello…».
A
proposito di libertà e schiavitù: un nuovo bug di internet,
soprannominato “Heartbleed”, sta mettendo in pericolo i dati sensibili
degli utenti di mezzo mondo. Ma la tecnologia non doveva liberarci?
«Internet
non è il regno della libertà assoluta, tutt’altro. È il dispositivo
panoptico del potere. Oggi siamo tutti controllati, è evidente. C’è un
sistema che controlla i nostri gusti e persino i nostri sogni. Io invito
sempre chi mette in discussione i totalitarismi, ma solo quelli del
passato, a chiedersi quale regime ha mai anche solo sognato di
controllarci come lo siamo noi oggi. Ci stiamo autoschedando credendo di
essere liberi».
Eppure
c’è gente che per accedere a tale libertà attraversa pericoli estremi.
Sulle nostre coste, proprio in questi giorni, sono ricominciati gli
sbarchi…
«Personalmente
trovo insopportabile la retorica del migrante, ma certo non lo
considero un nemico. Quello che dobbiamo fare è lottare affinché questa
gente non sia costretta a emigrare. Loro sono degli sfruttati,
esattamente come noi, l’immigrazione è un fenomeno tristissimo sia per
noi che per loro. Il capitale, del resto, ci vuole tutti migranti:
apolidi, senza diritti, senza una lingua. Per dirla con un’amara
battuta: queste persone fuggono da paesi in cui si è costretti a morire
di fame, qui invece siamo solo liberi di farlo».
Cosa pensa di Vladimir Putin?
«Putin
purtroppo non è Lenin, ma è un bene che ci sia. Se tutto
l’establishment ce l’ha con lui qualche merito lo deve avere… Bisogna
sostenere Putin non perché sia “buono” ma perché lui rappresenta un
contropotere al dominio unipolare del mondo. Mi piace pensare all’Obama
che dice “yes, we can” e a Putin che risponde “No, you can’t”. Il mondo è
bello finché è plurale».