Mentre
l’Europa teme con terrore la cosiddetta ondata populista alle elezioni
per l’europarlamento a maggio, la presidente del Front National, Marine
Le Pen, ha sostenuto responsabilmente l’idea di federazione
dell’Ucraina, appoggiata dalla Russia, durante una visita a Mosca.
«Spero
che gli elementi più moderati della diplomazia europea riescano a
mettere tutti attorno a un tavolo per riuscire a trovare soluzioni per
un futuro pacifico per l’Ucraina e rispettoso del desiderio e della
sensibilità di ogni parte della popolazione ucraina», ha detto Le Pen
in una conferenza stampa, aggiungendo che «il progetto più logico, il
più rispettoso, è quello di una federazione in seno all’Ucraina, che
permetta un certo grado di autonomia ad alcune regioni». Questo
permetterebbe «all’Ucraina dell’est, che per mille ragioni si sente più
vicina alla Russia, o all’Ucraina dell’ovest che per mille ragioni si
sente più vicina all’Ue, di poter preservare il Paese», ha spiegato. Le
Pen ha incontrato a Mosca il presidente della Duma, Serghiei
Narishkin, che poi è uno dei responsabili russi colpito dalle sanzioni
Ue dopo l’annessione della Crimea alla Russia. Sanzioni, detto per
inciso, alle quali la Serbia ha annunciato di non aderire. E in
effetti, considerando la situazione sul terreno, questa sembra la
soluzione più ragionevole: in Ucraina di fatto si è verificato un
golpe, perché il presidente eletto è stato deposto, e ora comanda un
amico dell’ex premier Julia Timoshenko, che è stata fatta
immediatamente uscire del carcere dove stava scontano una pena a sette
anni per reati connessi alla pubblica amministrazione, dalla
magistratura ucraina, subito condiscendente verso i nuovo padroni
dell’ex regione sovietica. È dai tempi della Rivoluzione arancione che
l’Ucraina è squassata da forze centrifughe che ne minano la stabilità e
l’unione. Oggi è un Paese nel caos: in molte zone si è sull’orlo della
guerra civile, la Crimea se ne è già andata con un legittimo referendum
in cui la popolazione ha espresso democraticamente la sua opinione, e
l’opposizione è spaccata tra nazionalisti ed europeisti. Usa e Ue,
anziché mettere in campo la diplomazia, ha soffiato sul fuoco pur di
attaccare quello che vedono come una minaccia al loro potere mondiale,
ossia la Russia di Putin. Dopo gli esempi dei fallimenti di Iraq,
Afghanistan, Balcani, Libia, l’Occidente ancora non accetta di
ragionare, e nemmeno la clamorosa figuraccia fatta con la Siria è
servita a ridurllo alla ragione.