L’Argentina non prende ordini da nessuno. Lo ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, la presidenta Cristina Fernández de Kirchner, parlando al Palazzo di Vetro, nell’ambito della 67esima Assemblea delle Nazioni Unite a New York. “Il mio Paese non è una squadra di calcio. È una nazione sovrana che sovranamente prende decisioni e che pertanto non si sottometterà ad alcuna pressione e tanto meno ad alcuna minaccia” ha affermato il capo di Stato argentino rispondendo al monito lanciato al governo di Buenos Aires dalla direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde, che ha dato tre mesi di tempi al Paese “per mettere in ordine” le proprie statistiche ed evitare provvedimenti di censura. L’Fmi, ha sottolineato la Kirchner, “continua a reclamare politiche di aggiustamento e a minacciare Paesi come la Repubblica Argentina. Voglio dire alla titolare dell’Fmi che questa non è una partita di calcio, è la crisi economica e politica più grave degli ultimi trent’anni. Il Fondo monetario internazionale cerca di regolare l’economica dagli anni ’80 ma con questa crisi non c’è riuscito”. Secondo l’Fmi, l’Argentina deve rispondere alle richieste del direttorio fornendo dati comprovabili sull’Indice dei prezzi nella provincia di Buenos Aires (Cpi-Gba) e il Pil entro il 17 dicembre per evitare un meccanismo di censura che comporta l’impossibilità di ottenere prestiti, quella di esercitare il diritto di voto e l’espulsione dall’organismo.
Durante il suo discorso all’Assemblea generale, la presidenta argentina ha messo in evidenza inoltre il trattamento di disparità usato dal Fmi che non ha espresso “alcuna autocritica” rispetto “a quali fossero le statistiche macroeconomiche di Paesi come Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda o Italia”.
“Se poi vogliamo proprio mettere a confronto il calcio con la politica e l’economia” ha continuato la Kirchner, tra gli applausi dell’Assemblea, “allora devo dire che il ruolo del presidente della Fifa è più soddisfacente del ruolo del direttore del Fondo”. Utilizzando il gergo calcistico: uno a zero per l’Argentina, palla al centro.
Il governo di Buenos Aires non accetta revisioni in campo economico da quando nel gennaio del 2006 l’allora ex capo di Stato Néstor Kirchner saldò il debito di 9,5 miliardi di dollari con l’Fmi. L’Argentina ha solo acconsentito alla collaborazione di una missione tecnica dell’Fmi per l’elaborazione di statistiche affidabili. I dati ufficiali vengono pubblicati dall’esecutivo argentino tramite l’Istituto nazionale di statistiche e censimenti (Indec).
Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, la presidente argentina ha tenuto, giovedì scorso, una conferenza all’Università statunitense di Harvard, nel Massachusetts. Davanti a 700 studenti. La Kirchner ha esortato una “riformulazione” del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ormai ha “perso la funzionalità” con il passare del tempo e con il cambio degli scenari internazionali. Secondo il capo di Stato argentino, l’Onu – che dovrebbe risolvere i problemi del mondo, “non è più un organo competente”, citando il caso della Siria come esempio. Pertanto, ha continuato la Kirchner, bisogna “ripensare” il Consiglio come anche il Fondo monetario internazionale affinché “entrambi si adattino alla politica contemporanea”. “Il Consiglio di Sicurezza permette che quelli che stanno lì come membri permanenti possono non sottostare alle regole o violare sistematicamente le norme, come l’Inghilterra in relazione alla controversia sulla sovranità delle isole Malvinas” ha denunciato la presidenta argentina, ricordando inoltre che l’organismo è stato creato dopo la seconda guerra mondiale per “mantenere il controllo sul territorio internazionale”. Oggi, “c’è un nuovo scenario”, “la fotografia della seconda guerra mondiale è cambiata”, pertanto l’Onu deve essere ristrutturata per permettere di “costruire una società più giusta ed equa”.