di Pietrangelo Buttafuoco
L’Unione Europea censura le tivù satellitari iraniane e perciò, martedì scorso, alle 18,30 ora italiana, ci siamo dovuti attrezzare con internet e gioire delle gesta di Ando, ovvero Andranik Teymourian, di etnia armena, numero 14 della nazionale di calcio persiana. Ha condotto la partita contro la Corea del Sud con grande baldanza e quando è uscito, al secondo tempo, s’è fatto il segno della Croce salutando il pubblico dello stadio Azadi (“liberà”) di Teheran. E’, infatti, cristiano e le telecamere della televisione di stato della Repubblica islamica hanno indugiato su di lui e sui meritati applausi dell’intero stadio ricordando anche il suo passato ruolo di capitano della squadra. Lui è il Del Piero degli iraniani, applaudito anche dai tifosi delle squadre rivali, ed è amato nella sua nazione anche in ragione del suo patriottismo. In un’intervista concessa al canale Ap-Worldstream ha ricordato un caso inaudito di discriminazione religiosa: quando gli venne impedito di andare a messa. Non in Iran però. E non per mano dei pasdaran. Ma in Germania, messo in stato di fermo dalla polizia.
Ps. Martedì ha vinto l’Iran per uno a zero. E poi dice che uno si butta col Grande Gioco.