di Ugo Gaudenzi (Rinascita)
“Arresto differito” e “daspo”. Questi i primi due strumenti - il primo (“parzialmente risolutivo” , però) di fatto già applicato, l’altro “allo studio”- che il ministro “tecnico” Annamaria Cancellieri ha intenzione di applicare per rendere mansuete le manifestazioni in piazza.
Mancano evirazione o asporto delle ovaie e poi le cellule del terribile tumore della protesta popolare saranno definitivamente rimosse dal corpo sociale. Così gli oligarchi potranno continuare senza pericolo di sorta ad affamare la nazione e a creare nuovi privilegi. E se c’è qualcuno che non intende adeguarsi, peggio per lui. D’altra parte, per questo pugno di “Eletti”, la volontà dei cittadini, il loro diritto a contestare scelte che suicidano in massa la nostra comunità, è un abuso da reprimere.
I cittadini? Semplici bovini che devono adeguarsi e avviarsi senza ritrosie e, anzi, di buon grado verso la macelleria sociale.
Il ministro dell’Interno, non a caso scelto tra i burosauri dell’apparato del Viminale, è stato ieri mefistofelicamente chiaro, in aula al Senato.
Preceduto di qualche ora dalle esternazioni allarmistiche del suo capo di polizia Manganelli (quello che ha evocato “tempi difficili” e riconiugato la teoria degli opposti estremismi, sempre cavalcata da chi vuole tutelare le poltrone della casta), il ministro Cancellieri ha parlato di una “situazione di grande preoccupazione” (comunque “prevista da mesi” perché questo governo diffusore di miseria l’aveva messa in conto...).
Dunque ecco i primi strumenti in arrivo: arresto differito e “daspo” (arresto differito per chi fa politica). Naturalmente un provvedimento da “adottare al più presto” contro i “violenti”: cioè manifestanti e “istigatori”, cioè tutti i “non graditi” a Lor Signori.
Il partito unico delle banche, dell’usura e degli ascari destro-centro-sinistri è dunque irremovibile, è deciso: la libertà non passerà.