giovedì 1 novembre 2012

Popoli senza identità? Condannati all'estinzione


di Alessandro Scipioni (Rinascita)

L’unica vera speranza di riscatto e di risveglio per i Popoli Europei, risiede nella loro presa d’atto della totale incapacità della classe dirigente attuale, e del suicidio demografico, culturale e geopolitico alla quale l’odierna visione occidentale della politica e dello stato condanna la nostra millenaria civiltà. Dobbiamo comprendere che se è vero che ogni democrazia decade per la corruzione del popolo, è altresì vero che la degenerazione delle classi governanti demolisce i popoli forti per piegarne il controllo e la resistenza sull’operato prepotente e truffaldino dei governi.
Basta valutare il resto del mondo per stabilire quanto, in questo tempo, il futuro si profili misero per i popoli che dimenticano la propria identità, accettano di buon grado la limitazione della loro sovranità in un mondo globalizzato, e che consentono alle minoranze di condizionare il destino delle masse popolari nazionali.
E quanto prendano piede, anche a discapito di popoli più ricchi e meglio strutturati, paesi che custodiscono gelosamente la propria sovranità, limitano l’influenza delle minoranze sull’azione dei governi, e non ammettono il sacrificio della propria cultura verso una globalizzazione che è per essi soltanto un mezzo per sovvertire l’attuale equilibrio del pianeta. Cosa è oggi questa Europa di banchieri che difende la indipendenza del mercato sui Popoli e l’omologazione delle genti? Quanto conta meno di paesi come la Cina, la Russia, l’india. Stati che rifiutano tutti questi pilastri dell’Europa delle banche, ma che in pochi decenni sono diventati potenze inarrestabili. Un popolo che mette in perenne discussione i suoi fondamenti di civiltà è condannato a diventare una tomba, che solo pallidamente testimonia la passata grandezza della propria storia. L’Europa si sta lentamente lasciando morire, in questo modo.
Lasciamo che ci uccida l’autosomministrazione di un veleno mortale, propinatoci dagli americani. Loro che, figli rinnegati della Vecchia Europa, ne sono da sempre gelosi. Loro che vogliono renderci uguali, perché non sia più la nostra culla di civilizzazione ad umiliarli con la propria fiera grandezza.
Da quando gli americani hanno messo in discussione la loro radice WASP (White Anglo-Saxon Protestant) hanno iniziato ad avvertire la pressione di gruppi etnici minoritari ma compatti e coesi, quali i latinos, i neri, le comunità asiatiche. Ora che questi popoli rischiano di menomare lo spirito nazionale americano, gli americani mirano a globalizzare il mondo ed a rendere tutta l’umanità priva di una cultura di riferimento.
Ma l’opposizione di popoli fieri, che continuano ad opporsi a qualunque concessione mondialista, sta mandando all’aria questo progetto; rendendo protagonisti della crescita economica del mondo globale proprio i paesi nazionalisti ed etnicamente compatti. La globalizzazione ha incoronato il tradizionalismo, dimostrando la validità della sua essenza conservatrice. Menomando i popoli e le nazioni deboli ed inibiti, a vantaggio di quelli fieri e coesi. Sta a noi europei scegliere che unione di popoli essere e se avviarci sul sentiero della decadenza o su quello della rinascita.