di: Francesco Filipazzi (Barbadillo)
Dopo l’imponente manifestazione della Manif Pour Tous,
contro la nuova riforma del diritto di famiglia, il governo francese ha
deciso di fare un passo indietro e il primo ministro Jean Marc Ayrault
ha annunciato che fino al 2015 il governo non proporrà nessuna legge riguardo le politiche familiari.
“Le mariage pour tous”, il matrimonio fra omosessuali ormai in vigore
in terra transalpina, aveva provocato proteste di piazza durante tutto
il 2013 e il 2014 si stava già preannunciando caldo, a causa sella
riforma del diritto di famiglia che prevedeva la possibilità per una
coppia gay di accedere alla fecondazione assistita, la rivisitazione del
ruolo del padre e della madre, madri surrogate e via dicendo. Una serie
di provvedimenti controversi che, a detta dello stesso Ayrault, di
fronte alla veemenza delle proteste, «meritano un dibattito a parte».
Fra le cause del rinvio il premier elenca un calendario parlamentare
troppo denso e una necessità di condurre meglio l’iter di approvazione.
Nel frattempo i coordinatori della Manif Pour Tous cantano
vittoria perché per la prima volta il governo Hollande ha dovuto cedere
alla pressione della piazza. Una delle organizzatrici, Ludovine de la
Rochère parla di una legge che «non era favorevole all’interesse
superiore dei bambini e della famiglia» e che quindi giustamente è stata
fermata. Anche il mondo politico di destra è soddisfatto. Alla
manifestazione erano presenti esponenti dell’UMP, e personaggi come
Marion le Pen dell’FN, contrari ai matrimoni gay e quindi ora in grado
di rivendicare una vittoria politica. Forte delusione invece per i
sostenitori della legge e le associazioni LGBT che accusano il governo
di non rispettare gli impegni e minacciano una smobilitazione elettorale
ai danni del Partito Socialista francese alle prossime elezioni
amministrative.