di Redazione Secolo d'Italia
Nessun arresto. Solo una trovata pubblicitaria di pessimo gusto. Si conclude nel più imbarazzante dei modi per l’immagine dell’Italia all’estero, la vicenda della trans Vladimir Luxuria, già deputata dell’estrema sinistra italiana, che da Sochi aveva annunciato via sms un arresto mai effettuato da parte delle autorità russe. Domenica pomeriggio Luxuria aveva postato su Twitter: «Sono a Sochi! Saluti con i colori della rainbow, alla faccia di Putin!». Un arrivo concordato con la trasmissione Le Iene, che l’aveva arruolata per un servizio provocatorio contro la normativa russa che vieta la propaganda omosessuale davanti ai minori. L’ex vincitrice dell’Isola dei famosi, 49 anni, al secolo Guadagno Wladimiro, deputato di Rifondazione comunista dal 2006 al 2008, nel dimenticatoio da qualche tempo, aveva colto la palla al balzo. Poi la notizia diffusa dall’Arcigay del suo arresto. Dopo neanche mezz’ora, con una tempestività che la Farnesina in altre occasioni non ha avuto, è arrivato il comunicato dello staff di Emma Bonino. «L’ Unità di crisi è già attiva per il fermo di Vladimir Luxuria». E ancora Gennaro Migliore, presidente di Sel alla Camera, decine di esponenti della sinistra italiana in Parlamento e fuori mobilitati a livello istituzionale e mediatico come se Luxuria da un momento all’altro dovesse finire al patibolo. In realtà l’Arcigay, che aveva gridato frettolosamente “al lupo al lupo”, aveva ricevuto un sms della diretta interessata che comunicava di essere stata arrestata dalla polizia per una bandiera arcobaleno con la scritta in cirillico “Essere gay è ok”.
Invece non c’è stato nessun arresto, hanno fatto sapere i rappresentanti del Cio, spiegando che Luxuria anziché chiamare Roma avrebbe fatto prima a trovarsi un interprete che le avrebbe spiegato che non era in atto alcun procedimento restrittivo nei suoi confronti. La stessa ex parlamentare poco dopo ha annunciato di essere stata rilasciata e di essere intenzionata ad assistere ai Giochi. Forse con la speranza di alzare un altro polverone per godere di un po’ di visibilità. Non è un caso che, in queste ore, alcune associazioni gay abbiano chiesto a Renzi di inserire Luxuria addirittura nella lista del toto-ministri. Alla fine della carnevalata rimane però un dato inoppugnabile: la sinistra italiana ha fatto di più per Luxuria in due ore, che per i marò in due anni.