giovedì 21 novembre 2013

Un'Italia senz'anima dove tutti cercano di rubare a tutti

di Massimo Fini

I poliziotti rubavano ai ladri. E' quanto emerge da una complessa indagine della magistratura milanese a carico di tre agenti della Polfer di Lambrate, ora arrestati, nella cui disponibilità sono stati trovati 140 chili di hashish, 4 di cocaina oltre a 50 mila euro. In sostanza i poliziotti sottraevano la refurtiva ai trafficanti e se la tenevano. E' vero che in Italia siamo ormai abituati a tutto (anni fa si scopri' che il comandante della Guardia di Finanza, Del Giudice, preposto alla vigilanza sulla frontiera italo-svizzera, era anche il capo dei contrabbandieri) ma la notizia fa ugualmente una certa impressione. Il questore di Milano Luigi Savina si è affrettato a dichiarare: ”Il comportamento di alcuni non puo' inficiare il lavoro di migliaia di agenti che ogni giorno svolgono il loro dovere con sacrificio e dedizione”. Sono d'accordo, io ammiro i magistrati e i poliziotti che continuano a fare il loro mestiere con coscienza e passione, rischiando spesso la vita (soprattutto i secondi, ma anche i primi) pur sapendo benissimo che, nella maggioranza dei casi, è del tutto inutile (Un paio di anni fa avendo assistito per tre giovedi' notte a fila a furibonde risse fra immigrati 'chicanos' in piazza Duomo, a Milano, con la polizia che stava a guardare a pochi metri, mi avvicinai al tenente che comandava il reparto e gli chiesi:”Perché non intervenite?”. “Se intervengo mi becco una coltellata e quelli, dopo qualche giorno, tornano comunque fuori. Percio' finché se la fanno fra di loro ci limitiamo a controllare che la rissa non debordi”). Scontate pero' le doverose parole del questore di Milano è indubitabile che la corruzione abbia investito ampi settori delle forze dell'ordine. Proprio nel giorno in cui Savina rilasciava queste dichiarazioni, a Napoli altri tre poliziotti venivano arrestati per millantato credito e abuso di ufficio. E se sono corrotti i poliziotti, vocati per mestiere al 'law and order' vuol dire che la corruzione è ormai penetrata a fondo nel tessuto sociale. Basta leggere il giornale di quello stesso 8 novembre in cui sono stati arrestati i tre agenti felloni della Polfer: a Nola è stata scoperta una maxi-truffa ai danni delle assicurazioni automobilistiche in cui sono coinvolte quattrocento persone, fra cui 52 medici (non dei quaraquaquà ma, come recita il provvedimento della Procura, “noti professionisti operanti nelle strutture pubbliche e private”) e 12 avvocati. A parte i politici, nazionali, regionali, provinciali, comunali, di cui ci sono noti da tempo i fatti e soprattutto i misfatti, non c'è ambito, professione, mestiere, attività, in cui la magistratura vada a mettere il dito dove non salti fuori un marcio che sgomenta quegli italiani che, con grande sforzo su sé stessi, sono riusciti a rimanere onesti in un contesto che cade moralmente a pezzi. Tre anni fa cosi' concludevo l'introduzione a un mio libro, 'Senz'anima', che racconta, attraverso i miei articoli, molti dei quali apparsi sul Gazzettino, le vicende italiane dal 1980 al 2010: “Un'Italia inguaribilmente corrotta, nelle classi dirigenti come nel comune cittadino, intimamente, profondamente mafiosa, come sempre anarchica ma senza essere divertente, priva di regole condivise, di principi, di valori, di interiorità, di dignità, di identità. Un'Italia senz'anima”.