domenica 27 ottobre 2013

Dolcetto o scherzetto?


di Sofia Giani Devi (Rinascita)

Già a fine settembre i negozi sono pieni di accessori e travestimenti per la cd. “festa di Halloween” (zucche finte, cappelli da strega eccetera) che cade il 31 ottobre. È ormai un rituale consolidato la passeggiata dei bambini la sera della Vigilia di Ognissanti, che ha l’obiettivo di raccogliere caramelle e cioccolatini dal vicinato: d’ordinanza è la frase “dolcetto o scherzetto ?”, ripresa ed abbreviata dall’inglese “trick or treat, smell my feet, give me something good to eat” (trad. “Dolcetto o scherzetto, annusami i piedi, dammi qualcosa di buono da mangiare”). I colori onnipresenti sono l’arancione e il nero.
Ma tutto questo è la spettacolarizzazione, come al solito targata USA, di un’antica festa irlandese, ossia “Samhain”. Era nientemeno che il “San Silvestro” celtico, dunque l’ultimo giorno dell’anno. Come tutte le conclusioni di qualcosa, anche quella giornata era associata alla Morte, da qui il colore nero. Il colore arancione invece fu aggiunto in secondo piano, dopo la conquista romana della Gran Bretagna: i Romani in quel periodo celebravano la dea Pomona, associata ai frutti (“pomum” vuol dire mela in latino) e agli ultimi raccolti prima del Generale Inverno. Irlandese e più in generale celtica era sempre l’usanza di prendere una zucca, svuotarne il contenuto, incidere occhi e bocca nella medesima e piazzarvi dentro una candela accesa (“Jack-‘o-lantern”) in modo da tenere lontani gli spiriti maligni la sera del 31 Ottobre. Ma il richiamo alla dimensione della Morte non finisce certo con il 31-10, va avanti anche nei giorni successivi: caso esemplare è il 2 novembre, che per l’Italia è la ricorrenza (laica) della “Commemorazione dei Defunti”, nel mondo anglosassone è “All Souls’ Day” (letteralmente, “giorno delle anime”), in quello latinoamericano è il “Dia del los Muertos”, ripreso oltretutto nel video della cantante canadese Nelly Furtado “Waiting for the night”.
Ritornando all’Italia, poi, l’11 novembre è descritto come “estate fredda, dei morti” dal poeta Giovanni Pascoli; nella cultura popolare contadina, specie al nord, il giorno di San Martino (11 Novembre appunto) era l’ultimo giorno addetto ai trasferimenti dei medesimi prima del grande freddo, da qui l’espressione ad esempio presente nel dialetto cremonese “fare San Martino” in luogo di “traslocare, trasferirsi”.
Ma che cosa vuol dire “Halloween”? È semplicemente la forma contratta di “All Hallows’ Eve”, ossia “Vigilia di Tutti i Santi”.
Cadono due anniversari in data 31/10, slegati l’uno dall’altro, ma ugualmente significativi: 31/10/1517, ossia l’affissione sulla porta della cattedrale di Wittemberg delle 95 tesi fondatrici del Protestantesimo da parte di Martin Lutero e 31/10/1922, l’inizio del Governo Mussolini in Italia.
Quello che si vuole dire in questo articolo è che Samhain/Halloween non è affatto un culto “satanico”, come qualcuno invece ebbe la sfrontatezza di affermare nel 2006, bensì una semplicissima festa Europea con radici profonde e significative che continuano ancora oggi.