Non è la trama di un pessimo film di fantascienza, ma quanto sta accadendo a Firenze. Il reparto di Medicina della sessualità e andrologia di Careggi ha chiesto alla Regione di poter diagnosticare il disturbo della “disforia di genere” sui bimbi. Nel caso in cui, quindi, un bambino maschio presentasse comportamenti tipicamente femminili, o viceversa, si potrebbero applicare delle cure atte a bloccarne la pubertà e ad avviare un percorso ormonale in grado di evitare, in futuro, il ricorso alla chirurgia. I medici hanno spiegato ai giornali che “ci sono farmaci che bloccano la pubertà precoce e abbiamo chiesto di estenderli anche sulla pubertà inadeguata, in modo da indirizzare subito la pubertà verso il sesso che veramente sente il paziente”. Riteniamo di una gravità assoluta la possibilità di intervenire in modo invasivo su dei bimbi che non hanno alcuna colpa, se non quella di manifestare dei comportamenti diversi da quelli dei loro coetanei. Riteniamo incivile la volontà di stabilire, attraverso una cura, il destino di una persona, senza che questa ne abbia coscienza. Riteniamo ignobile l’utilizzo della scienza per simili esperimenti. Riteniamo discutibile il parere di chi, non si sa su quali basi, andrebbe a diagnosticare dei disturbi del genere in pazienti di così giovane età. Siamo convinti che con queste pratiche si sia superato il limite della decenza e si sia confuso l’abuso con il diritto, in nome di una libertà che ha offuscato il buon senso. Una cosa è certa: ci opporremo.
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