di Danilo Zongoli (Rinascita)
Qualcosa si muove nell’Europa Orientale. Il 20 ottobre diecimila romeni sono scesi in piazza per rivendicare l’Unione della Bessarabia (Repubblica Moldova) con la Romania e una maggiore giustizia sociale. Le devastazioni compiute dopo la caduta del comunismo hanno provocato una grande delusione. Il popolo, soprattutto i giovani, non credono più nei partiti liberaldemocratici di stampo “europeo”.
La Romania è contesa dal partito socialdemocratico del Primo Ministro Victor Ponta e dai liberali nazionali del probabile futuro presidente Crin Antonescu (quest’ultimo una sorta di Alfano dei Carpazi, prima alleato di Basescu ora schierato a “sinistra”) da una parte e il partito democratico liberale, la cui sigla PDL coincide con quella italiana, dell’attuale Presidente Traian Basescu attualmente all’opposizione che oramai sembrerebbe, mai dire mai, in declino.
Il partito socialdemocratico attualmente insieme ai liberali di Antonescu al potere, sebbene costretto ancora per qualche mese alla coabitazione con il presidente Basescu, si comporta come il pd italiano. Privatizza le aziende, subisce i diktat del fondo monetario internazionale, licenzia i dipendenti statali; cosa del resto ha fatto anche il PDL; del resto i due maggiori partiti che fanno parte dei socialisti e popolari europei hanno anche governato insieme per un certo periodo. Le coincidenze con l’Italia, come si vede, non sono poche. Il pd con e senza elle esiste anche nei Carpazi. Logicamente i giovani, i lavoratori sono delusi sanno che comunque vada il banco vince sempre.
Analoga è la situazione in Bessarabia, dove dopo il declino dell’ex presidente comunista Voronin, un comunista filo atlantico e privatizzatore, le cose non vanno affatto meglio con i governi dei liberaldemocratici Filat e Leanca , infatti la corruzione e la miseria dilagano.
Il movimento azione 2012, presente sia in Romania che in Bessarabia, organizza da qualche anno molte manifestazioni per chiedere l’Unione della Romania con la Repubblica Moldova e lo fa fuori dei partiti evitando ogni strumentalizzazione a destra come a sinistra. Ci sono molti giovani. Il 20 ottobre oltre diecimila presone hanno sfilato per le strade di Bucarest scandendo slogan patriottici. Molti sono arrivati, con tutti i mezzi, dalla Bessarabia pagandosi il viaggio senza il sostegno di alcun partito politico.
Le azioni di questo movimento non si limitano alle manifestazioni in strada. Si organizzano università estive, conferenze, iniziative culturali e altro. Il ventinove ottobre si svolge a Pitesti, in Romania, la commemorazione dei tredici anni della morte dei coniugi Doina e Ion Teodorovici. Costoro sono due artisti romeni della Bessarabia, tragicamente scomparsi a causa di un sospetto incidente stradale e secondo molti si tratta di un attentato. Doina e Ion Teodorovici con le loro canzoni hanno militato per l’Unione della Bessarabia con la Romania per il ripristino della lingua romena e dell’alfabeto latino. Sono stati i cantori della latinità in Bessarabia. Il loro funerale, il 3 novembre 1992, è un funerale nazionale, non si registra una così alta partecipazione di popolo dai tempi della proclamazione di indipendenza della Repubblica Moldova.
La recente adesione della Romania all’Unione Europea non ha, ovviamente, migliorato per niente la situazione economico sociale. Le oligarchie locali si alleano con l’eurocrazia. In Romania esiste una destra che non ha neanche l’orgoglio dei liberali dell’ottocento che avevano come motto prin noi insine mediante noi stessi, mentre adesso il paese è asservito alle multinazionali, agli eurocrati e al fondo monetario internazionale.
Una prova di tutto ciò è la vicenda della zona di Rosia Montana. Roşia Montană (in latino Alburnus Maior, in ungherese Verespatak, in tedesco Goldbach), è un comune della Romania di 3.176 abitanti, si trova nella provincia di Alba, nella regione storica della Transilvania. Questa è una zona mineraria sfruttata sin dall’epoca romana. Le importanti miniere aurifere, di proprietà statale, in questa località sono chiuse nel 2006 anche perché lo impone l’Unione Europea. Poi un colpo di scena. La società canadese Gabriel Resources decide di riaprire le miniere e il governo non si oppone. Quindi quello che non va bene per lo Stato è lecito per le multinazionali. Inoltre sussiste il pericolo di distruzione per gli importanti reperti archeologici di epoca romana e di inquinamento da cianuro come avviene nella città romena di Baia Mare. I giovani romeni vedono oltre alla tematica ambientale la minaccia alla sovranità nazionale. Ci sono numerose manifestazioni e il governo si chiude nel palazzo.
Il 20 ottobre a Bucarest si respira un’aria di rinnovamento e le bandiere di Rosia Montana sfilano accanto ai vessilli che chiedono la Unificazione della Bessarabia con la Romania. I manifestanti hanno sete di giustizia sociale, di SOCIALISMO NAZIONALE; sul versante opposto ci sono la partitocrazia e l’alta finanza mondiale.